Mondo della Formula 1 di sasso e senza parole: litigio, penalizzazione e ordine d’arrivo riscritto. Ecco cos’è successo
Esito a sorpresa per il Gran Premio d’Australia: dopo 43 gare sempre a punti il leader della classifica iridata, Max Verstappen, che ha trionfato nelle prime due tappe del calendario 2024 della Formula 1, tradito dai freni della sua Red Bull, è stato costretto al ritiro.
Ad approfittare del ritiro del tre volte iridato è stata la Ferrari che ha messo a segno una straordinaria doppietta (che mancava da Bahrain 2022), con lo spagnolo Carlos Sainz, reduce dall’intervento chirurgico all’appendice che gli ha fatto saltare la tappa in Arabia Saudita, che ha preceduto il monegasco Charles Leclerc.
Eppure, nel paddock l’argomento più dibattuto è l’uscita di pista al penultimo giro, con conseguente attivazione della virtual safety car, di George Russell mentre era in lotta con Fernando Alonso per la sesta posizione.
Ebbene – nonostante i commissari nella loro sentenza abbiano riconosciuto la correttezza della manovra del due volte campione del mondo e che quindi quest’ultimo non vada considerato il responsabile dell’area sporca che di fatto ha causato l’incidente che ha eliminato dalla corsa il driver della Mercedes – il pilota dell’Aston Martin è stato punito con un drive through derubricato in 20 secondi di penalità sull’ordine d’arrivo che lo hanno fatto scalare in ottava posizione, oltre a ricevere tre punti di penalità sulla licenza.
I retroscena dietro la cervellotica penalità ad Alonso: vecchie ruggini o diversivo
Una sanzione quantomeno stravagante che ha la sua motivazione nella ‘guida potenzialmente pericolosa’ da parte di Fernando Alonso che non ha avuto alcuna difficoltà nell’ammettere davanti ai Commissari di aver guidato così proprio per proteggere l’uscita di curva in previsione del tentativo di sorpasso di Russell nella successiva zona DRS.
Tuttavia, nel paddock di Melbourne sono circolate ricostruzioni dietrologiche che chiamano in causa altri fattori che avrebbero fatto pendere l’ago della bilancia verso la sanzione.
Infatti, tra i Commissari c’era Johnny Herbert con il quale Fernando Alonso ha litigato verbalmente nel 2016 in quanto lo aveva punzecchiato paragonandolo al Michael Schumacher del 2012 e rimarcando che “a fine carriera manca concentrazione”. Una stoccata alla quale Alonso replicò stizzito: “Io sono un campione del mondo e tu no, per questo fai l’opinionista televisivo“.
Dunque, Herbert se la sarebbe legata al dito e perciò sarebbe andato in pressing per il pugno duro? Chissà. Comunque, per il magazine tedesco ‘Auto Motor und Sport’ la penalità ad Alonso sarebbe un diversivo da parte della FIA per coprire l’errore della mancata esposizione della bandiera rossa che sembrava inevitabile alla luce della posizione della Mercedes di Russell al termine della carambola tanto che il pilota inglese, via radio, ha subito urlato al suo ingegnere “Mettete la bandiera rossa, sono in mezzo alla pista“.
Insomma, la ‘bizzarra’ penalità a Fernando Alonso sembra destinata ad alimentare le più disparate tesi cospirazioniste monopolizzando il dibattito nel paddock fino al prossimo Gran Premio, il 7 aprile, in Giappone.