Roma multiforme, Roma duttile, Roma sul pezzo. I tre tratti identitari di De Rossi sono riassunti negli aggettivi ben collaudati per il nuovo ciclo giallorosso. Anche nell’opacità, il tecnico della Roma capisce molto bene che dagli errori si deve imparare. Ne è una prova lampante la serata di Firenze, con il pareggio ottenuto nonostante le difficoltà pratiche. Dai dubbi di formazione sullo schieramento della Roma alla riprova del campo: perché il collettivo si è schierato con il 3-5-2 con Angelino a destra e El Shaarawy a tutta fascia sul lato opposto.
De Rossi ha stupito tutti per l’impatto avuto in veste di subentrato. Nessun tecnico si è infatti comportato meglio di lui, avendo totalizzato 2,44 punti a partita, con il 77% di successi. Il suo calcio viene analizzato con attenzione da tutti gli addetti ai lavori. Lo spirito di gruppo è la chiave del suo successo: ne è una dimostrazione l’utilizzo di tutti gli elementi a disposizione. 23 giocatori e sei moduli diversi in sessanta giorni. Non è una rivoluzione tecnica, ma sicuramente metodologica e nell’approccio al lavoro. Analizziamo qualche cifra: 23 reti in nove gare, 22 i punti, tanti (infiniti) i sogni da coltivare con entusiasmo e determinazione.
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