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Editoriale Calcio

De Laurentiis, adesso cambia tutto. Milan, comunque andrà ciclo Pioli finito. Lazio, Tudor non è il futuro

Ci lamentiamo sempre dei calendari intasati, non sappiamo quando recuperare Atalanta-Fiorentina ma poi nessuno fa nulla per evitare settimane inutili come questa dove l’Italia deve fare viaggi intercontinentali per giocare due partite inutili. Le stranezze del calcio di oggi. Quando c’è la sosta c’è tempo per riflettere e chi dovrà farlo seriamente è Aurelio De Laurentiis che, in pochi mesi, ha distrutto tutto il lavoro fatto da Giuntoli e Spalletti. Le manie di grandezza lo hanno affossato e il Napoli è tutto da rifare. Serve un Direttore che faccia il suo mestiere al posto del Presidente, bravo come imprenditore ma di calcio capisce ben poco. Serve un allenatore di qualità perché a Napoli l’allenatore deve svolgere un triplo ruolo e la rivoluzione della rosa sembra inevitabile dopo un’annata fallimentare. Tanti calciatori del Napoli si sono valorizzati oltre il loro reale valore. La gestione degli allenatori è stata tragica, per non dire comica. La guida del DS Meluso è stata quasi inesistente perché De Laurentiis più che un Direttore cercava un team manager. Non sarà facile ricostruire su queste basi ma la prossima estate non vorremmo essere nei panni del Presidente. Dimentichi i bagni e i tuffi a Capri. Qui c’è da rifare tutto il Napoli e tutto il Bari, la squadra B del Napoli.

Il Milan ha ancora tanto da chiedere a questa stagione, al contrario del Napoli. Il campionato, ormai, ha indirizzato i rossoneri tra secondo e terzo posto. Quello che conta è chiudere bene l’Europa League e provare a vincerla. Il Milan non è la favorita ma è tra le favorite. Con la Roma può passare il turno perché nel doppio confronto ha qualcosa in più dei giallorossi ma nella prima in casa non può sbagliare nulla. A prescindere da come finirà la stagione rossonera, il Milan deve essere consapevole che il ciclo Pioli è finito. Anche in caso di vittoria di Europa League. Se la vinci chiudi un ciclo fantastico con l’allenatore emiliano. Scudetto, Coppa e semifinale di Champions. A Pioli bisogna dire solo grazie. Era arrivato per traghettare e invece se ne andrebbe da vincitore. Però, nel calcio come nella vita, bisogna capire quando va messo un punto. Questa estate va messo un punto esclamativo sulla fantastica esperienza di Pioli in rossonero. Se i dirigenti rossoneri stanno pensando ad un fantomatico allenatore straniero, allora, significa che il club vuole andarsi a schiantare. Il Milan deve scegliere un mister capace, preparato ma che conosca il nostro campionato. Tempo per ambientarsi non c’è, come non c’è la voglia di sperimentare.

La Lazio paga l’assenza di un Presidente giustamente distratto da business e politica. Sarri, a Formello, Lotito lo avrà visto 3-4 volte in un anno. Non era un male ma quando non si vede o non si sente la voce del proprietario, i calciatori pensano di essere i nuovi capi dell’azienda. Invece non è così. Aver perso Sarri è stato un brutto colpo per il futuro del club. Lotito ha perso prima Tare e poi l’allenatore. Ora deve fare una rivoluzione importante ma non può credere che Tudor sia il futuro. D’accordo i contratti, va bene i progetti ma Tudor non è l’allenatore ideale per la Lazio del futuro. Il tecnico non si discute ma la Lazio, negli ultimi anni, si era abituata molto bene e solo 12 mesi fa era seconda in classifica. Lotito fa bene ad occuparsi dei suoi interessi e di politica ma la Lazio va seguita quotidianamente per evitare casi come quello di Sarri dove chi ne esce maggiormente sconfitto è proprio “il Senatur”.

Michele Criscitiello

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