Milanista, con la M maiuscola. Yacine Adli quella maglia l’ha voluta, desiderata ardentemente, aspettata, sudata. E ora, onorata. Da probabile meteora a perno del centrocampo rossonero. Il mondo di Adli è cambiato grazie al sacrificio, alla serietà, alla dedizione. E ovviamente, alla dolcezza dei suoi piedi. Perché in pochi accarezzano il pallone come il numero 7 rossonero. Che in estate era ormai fuori dal progetto, forse proprio perché solitamente chi ha quel bagaglio di tecnica enorme viene reputato automaticamente inadatto a sudare, a lottare, a sporcarsi le mani in fase di recupero. E invece, a testa bassa, Adli ha dimostrato che non importa dove. Importa giocare e basta.
La poca affidabilità di Bennacer da un punto di vista fisico e il rendimento altalenante di Reijnders gli hanno spalancato le porte di San Siro. E quello stadio lo ha ripagato nello stesso modo. Perchè se amore dai, amore riceverai. Il rossonero era già nel suo destino, anche se non lo sapeva. Storia di un bambino il cui papà amava Marco van Basten. E che oggi canta i cori della curva Sud a memoria, come un bandito, che ora sogna il suo primo trofeo con i colori che gli fanno battere il cuore. La Roma nel mirino. Obiettivo 22 maggio.
Francesco Letizia
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