Calcio

Vigilia di Italia-Ecuador, Spalletti: “Domani tanti cambi con Raspadori dall’inizio”

Vigilia della seconda gara di questa pausa per le Nazionali per l’Italia di Luciano Spalletti. Domani sfiderà alla RedBull Arena l’Ecuador. Il commissario tecnico, a New York, prima dell’allenamento pomeridiano ha parlato ai microfoni dei giornalisti. Grande orgoglio del CT per l’affetto degli italiani a New York che hanno accolto con grande entusiasmo la Nazionale nella Grande Mela.

Ai microfoni della RAI il CT ha parlato così: “Si tocca con mano quello che è l’amore per la nostra maglia, per la nostra nazione da parte di queste persone che sono venute qui a ricrearsi una vita. Ci danno questo amore e questo affetto nell’incontrarli ci mette sicuramente un po’ di pressione. E ci dà delle responsabilità maggiori, ma allo stesso tempo ci caricano perché vediamo tutto questo affetto”.

Spalletti sulla formazione e gli attaccanti

Tra i temi centrali della vigilia della sfida c’è certamente la formazione titolare dell’Italia. Spalletti dovrebbe continuare a lavorare e sperimentare sulla difesa a tre, ma non scopre le carte: Ho in mente l’11 da schierare. In queste partite è più semplice anticipare le scelte così da conoscere meglio i calciatori”.

Idee chiare anche per gli attaccanti che dovrebbero giocare titolari, ma anche su quelle che potrebbero le scelte in vista dell’Europeo: “Retegui ha fatto vedere di essere un calciatore perfetto per quel ruolo. Durante le convocazioni precedenti non era a disposizione perché infortunato, ma col Venezuela ha fatto due grandissimi gol e un lavoro importante per la squadra – ha spiegato il CT – Domani partirà però dall’inizio Raspadori, cambieremo 7-8 calciatori, anche 9”.

Costruzione dal basso sì, ma con coscienza

Incalzato anche sulla costruzione dal basso, che contro il Venezuela è costata il pareggio firmato da Machis, Spalletti ha chiarito che ovviamente non abbandonerà la sua idea di gioco seppur chiarendo che a volte bisogna fare scelte diverse: “Costruzione dal basso sì, sempre, ma non fino all’incoscienza. Perché se perdi il pallone e prendi gol o provochi un calcio di rigore, allora la situazione non è stata valutata bene”.

 

Stefano Francesco Utzeri

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