Il Bologna non ha alcuna intenzione di fermarsi. Giunti all’ultima sosta prima del rush finale di stagione, i felsinei stanno continuando a stupire e sarebbe sbagliato ormai definirli una sorpresa: la formazione di Thiago Motta è una certezza di questo campionato, e lo ha dimostrato anche con tutte le big della A. Premio meritato è il quarto posto attuale, che significherebbe alla fine della stagione la qualificazione alla prossima edizione della Champions League (senza contare che potrebbe bastare anche il quinto posto grazie all’ottima posizione dell’Italia nel ranking).
Motta è stato bravo, dall’estate scorsa, a creare un’identità ben precisa, nonostante un mercato che comunque aveva diversi punti interrogativi, dato che sotto le Torri sono arrivati anche calciatori che avevano bisogno di rilanciarsi: tra questi c’è sicuramente Riccardo Calafiori. Promessa alla Roma, poi al Basilea, Calafiori è tornato in Italia voglioso di dimostrare il suo valore. E lo ha fatto sin da subito, in termini pazzeschi. Motta, dopo una partita, disse: “Mi ha sorpreso, Calafiori è bello e bravo”. Da centrale ha praticamente inventato un nuovo modo di giocare, stile libero come si faceva un tempo. Mai statico nella sua zona di appartenenza, anzi: contro l’Empoli, grazie a una sua discesa, è arrivata la rete di Giovanni Fabbian.
Motta lo lascia libero perché alla fine risulta sempre affidabile. Bravo con i piedi e ottimo in fase di impostazione, senza dimenticare il suo ruolo naturale: preciso in ogni intervento, pulito nell’andare a contrasto con l’avversario e intelligente nell’anticipare le offensive. Calafiori è un difensore totale, un calciatore che definirlo solo “difensore” sarebbe riduttivo. Insieme a Beukema o Lucumì fa sentire sicuro tutto il reparto arretrato, ora gli manca solo il primo gol che in più occasioni ha sfiorato. Il Bologna, però, può essere soddisfatto. Calafiori voleva una rivincita e l’ha raggiunta con pieni interessi.
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