Marcell Jacobs vuole stupire ancora. Il velocista di Desenzano del Garda è pronto a difendere a Parigi l’oro olimpico conquistato a Tokyo
Un’altra medaglia olimpica. Possibilmente d’oro se la forma fisica e la condizione degli avversari lo consentiranno. Marcell Jacobs ha le idee chiare, soprattutto dopo aver preso la decisione storica di cambiare sia il coach che i metodi di allenamento. A settembre scorso si è consumato l’addio a Paolo Camossi, propedeutico all’annuncio della collaborazione con una figura quasi leggendaria come Rana Reider.
Da qualche mese il campione olimpico in carica dei 100 metri ha lasciato l’Italia per trasferirsi armi e bagagli negli Stati Uniti, in particolare a Jacksonville in Florida dove ha iniziato a lavorare con metodi e tecniche del tutto diverse e innovative. Jacobs si sta allenando, tra l’altro, con alcuni dei suoi potenziali avversari in pista ai giochi di Parigi.
In una lunga intervista rilasciata a ‘La Gazzetta dello Sport’ il ventinovenne sprinter di Desenzano del Garda ha svelato quello che di fatto sarà il suo programma da qui ad agosto, quando Parigi ospiterà una delle edizioni dei giochi olimpici più attese e sentite dell’ultimo mezzo secolo.
Jacobs sarà chiamato a difendere la straordinaria medaglia d’oro conquistata tre anni fa sulla pista di Tokyo, un’impresa epica di cui i tifosi italiani si ricorderanno per sempre. Tutto sarà fuorché semplice, ma il ‘nuovo’ Jacobs, quello che si sta preparando con i metodi di Rana Reider, non vuole porre alcun limite alle proprie ambizioni.
Marcell Jacobs, è cambiato tutto: la confessione al noto quotidiano esalta i tifosi
“Penso di tornare ai blocchi di partenza attorno a metà aprile con uno o due 100 metri anche se non c’è niente di definito. L’esordio avverrà nell’ambito di una riunione universitaria proprio a Jacksonville, dove mi sto allenando da mesi”. Sereno, determinato, sicuro di sé, Jacobs non è mai stato così convinto delle sue possibilità come ora.
Ed è lui stesso a spiegarne le ragioni: “Non c’è paragone da quando sono arrivato qui ad adesso: anche le fatiche in palestra sono state utili. Ragiono in termini di watt e in cinque mesi, in termini di forza, velocità ed esecuzione, tutto è cambiato”.
Metodi di allenamento del tutto nuovi che lo aiutano a scoprire potenzialità fisiche che neanche pensava di avere: “All’inizio avevo qualche ragionevole dubbio: oggi sono felice della scelta fatta – chiarisce lo sprinter lombardo -. Ho curato molto la fase di accelerazione: una volta che metti bene in moto la macchina, il resto viene di conseguenza”.