Primo piano

Juventus, risultati scadenti. Riflessioni tra presente e futuro

La Juventus è in crisi vera: una sola vittoria nelle ultime 8 partite. Andamento a dir poco lento per la truppa di Allegri, che anche contro il Genoa ha sbattuto su un muro. Le prestazioni deludenti si stanno ripetendo a raffica senza soluzione di continuità e il tecnico, nel finale di partita, ha mostrato tanto nervosismo davanti alle telecamere: “Preoccupato no, oggi sono soddisfatto per come ho visto la squadra, perchè c’è stato carattere, dei momenti di difficoltà nel primo tempo dove abbiamo perso troppe palle facili, ma la squadra ha combattuto, è stata dentro la partita e i ragazzi sono stati bravi. Indipendentemente dallo 0-0, che purtroppo spiace a tutti, credo sia un passo in avanti per quello che sarà un finale di stagione“, ha detto a Dazn.

Ma la preoccupazione deve esserci eccome perché le scelte sono a dir poco sconcertanti. Quasi come se Allegri fosse in una bolla, dalla quale non riesce ad uscire. Una gabbia che ricchiude le difficoltà dell’andamento bianconero. Il terzo posto è stato provvisoriamente salutato, ma continuando così la discesa rischia di essere costante e progressiva.

Allegri in conferenza stampa ha aggiunto: “Non ero assolutamente nervoso. Ho risposto solo a chi voleva sostituirsi a fare l’allenatore. Io sono fiducioso su quello che sta facendo la squadra. Nel girono d’andata abbiamo fatto tanto e nel girone di ritorno abbiamo fatto poco. Il 26 maggio dobbiamo essere nelle prime quattro”. Ma più che preoccuparsi delle domande dei giornalisti, sarebbe meglio (per lui e per la Juve) che iniziasse a dare consistenza al suo reparto ideologico, costantemente incentrato su un ‘non gioco’ ormai divenuto parte preponderante di ogni gara della Juventus. Una speranza dietro l’altra, un pallone in verticale, un duello ricercato: ormai i tentativi bianconeri sono gli stessi. Quando manca l’organizzazione, alla lunga i nodi vengono al pettine….

Niccolo Anfosso

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