Uno dei problemi più grandi per il CT della Nazionale, in questi anni, è stata la ricerca del centravanti. Gli Azzurri hanno vissuto anni di grande “buio” a livello di talento, spesso con grande abbondanza in ruoli già ben coperti. Ma ormai da 15 anni, dagli anni di Toni, Inzaghi, Vieri, Gilardino, l’Italia non riesce a trovare un totem per il suo attacco. Un numero 9 tipico, o atipico, che garantisca la finalizzazione del gioco prodotto degli Azzurri, sia esso più o meno efficace. Un problema endemico che, in questi primi 6 mesi di “mandato” ha affrontato, sta affrontando e affronterà anche Luciano Spalletti.
In quest giro di convocazione per la pausa di marzo, il CT della Nazionale ha provato a mischiare le carte per il ruolo di centravanti. Confermato Raspadori, richiamato l’oriundo Retegui infortunato in autunno e prima convocazione per il centravanti dell’Udinese Lorenzo Lucca. Fuori, invece, Ciro Immobile che sta vivendo forse il momento di declino della sua carriera, e fuori anche Gianluca Scamacca a causa dello scarso rendimento recente e delle prestazioni insufficienti fornite nell’ultima giro di gare del 2023.
In vista di Euro2024, il più talentuoso della rosa dei candidati di Spalletti resta quel Giacomo Raspadori a cui proprio Spalletti aveva concesso non troppo spazio nell’anno dello scudetto a Napoli. Tuttavia, Giacomo sembra sempre pronto a sbocciare, ma ancora non è riuscito a mettere assieme tutti i pezzi del puzzle. Chiuso da Osimhen sotto il Vesuvio, al bolognese manca ancora il costante feeling col gol ma per caratteristiche tecniche e talento Raspadori rimane il “favorito” per il ruolo di centravanti della Nazionale. Spalletti, deluso da Scamacca (e non ne ha fatto segreto) proverà qualcosa di nuovo come Lorenzo Lucca e conoscerà a fondo anche Matto Retegui.
Potenzialmente, se non per talento, ma almeno per combinazione tra fisico e tecnica anche Scamacca potrebbe ambire al posto di centravanti della Nazionale. Ma anche lui come Raspadori ha bisogno di trovare il costante feeling col gol. Ecco dunque che la speranza si sposta verso il futuro. E se si parla di futuro, in Italia, in questo preciso momento storico non si può che parla di Francesco Camarda. Il classe 2008 del Milan Primavera, che ha già esordito in prima squadra, può diventare una soluzione per la Nazionale.
Il talento del nativo di Milano è indubbio, Francesco non perde occasione per mostrarlo in Primavera. L’effettiva esplosione di Camarda dipenderà però molto dalla gestione che ne faranno i rossoneri. Camarda è la grande speranza del calcio italiano, della Nazionale, il grande talento che manca nel ruolo di centravanti. E va assolutamente protetto in vista di un futuro che può essere radioso, accecante.
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