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Primo piano

Bologna, compattezza e maturità: il sogno continua

Il Bologna non vuole fermarsi ed è ancora alla ricerca di un sogno chiamato Champions League. Arrivati all’ultimo rush della stagione, la squadra di Thiago Motta sta confermando brillantezza e maturità e conserva il quarto posto, tenendo distanti Roma e Atalanta. I rossoblù, nelle prossime gare, si giocheranno molto in ottica qualificazione, senza contare che anche il quinto posto in classifica potrebbe bastare per sentire – il prossimo anno – l’inno della Champions al Dall’Ara. Joey Saputo, nel 2014, disse: “Servono dieci anni per diventare competitivi”. Detto, fatto.

Il piano di Saputo

Il patron canadese, ormai stabile in città a seguire l’onda d’entusiasmo del popolo felsineo, ha già in mente come programmare la stagione se la sua squadra dovesse raggiungere il traguardo. Il Bologna, in questi anni, ha dimostrato di essere una società solida e per questo motivo non ha bisogno di immediate cessioni. Il primo punto è proprio questo: Saputo farà di tutto per trattenere Riccardo Calafiori, Lewis Ferguson e Joshua Zirkzee, i tre prezzi pregiati di questa squadra. Nonostante l’interesse di diverse squadre, per loro sarebbe importante disputare la Champions League dopo aver dato tutto per la qualificazione.

Primo punto che potrebbe andare a favore della permanenza di Motta: il contratto di Thiago scade il prossimo giugno e i rapporti tra lui, Giovanni Sartori e la proprietà sono ottimi. Molto dipenderà da cosa accadrà a fine stagione, ma ora è assolutamente inutile pronosticare qualcosa, sarebbe una mancanza di rispetto per ciò che sta facendo l’allenatore rossoblù sotto le due torri. Il percorso è solo all’inizio e questo Bologna deve essere trattato come una grande squadra, cosa che sta dimostrando da inizio stagione. Sono terminati i tempi in cui bisognava svendere: Saputo ha fatto di tutto per creare una macchina perfetta e ci è riuscito, Sartori ha fornito gli strumenti utili e Motta ha modellato e creato un’identità importante e ben riconoscibile.  Una squadra che non vuole porsi limiti.

Federico Calabrese

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