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Calcio

ESCLUSIVA SI Bucchi: “Aspetto un progetto serio. Acerbi? Lo conosco, ragazzo sensibile”

L’ex allenatore dell’Ascoli, Cristian Bucchi, ha parlato in esclusiva a SPORTITALIA per raccontare la sua voglia di tornare in campo abbracciando un nuovo progetto e soffermandosi su varie tematiche legate all’attualità: dallo stato di forma delle sue ex squadre Napoli e Bologna fino al caso-Acerbi che non accenna a placarsi dopo la risposta di ieri del brasiliano alle giustificazioni del difensore dell’Inter. Bucchi Acerbi lo ha infatti allenato ai tempi del Sassuolo, nel 2017 e ci ha detto la sua in merito.

Quanta voglia ha di tornare ad allenare?

“Ovviamente c’è grande voglia di rientrare in campo, credo però che nei momenti in cui uno è a casa ed è fermo, sia fondamentale soprattutto capirsi, quindi capire come ripartire e da dove”.

Lei da che tipo di progetto vorrebbe ripartire?

“Il progetto che vorrei è fatto di serietà, di lungimiranza e di costruzione. Vorrei costruire un qualcosa dove io in quanto allenatore non sia solamente un mezzo, ma un anello di congiunzione di un progetto. Poi vorrei portare il mio entusiasmo, la mia voglia al servizio di una società che abbia voglia di crescere, di raggiungere obiettivi, di essere ambiziosa però all’interno di un contesto di condivisione dove ognuno possa, attraverso il proprio ruolo, far bene e migliorarsi”.

Il Napoli ha reagito al momento difficile?

“Credo che soprattutto nell’ultima uscita si sia rivisto un Napoli abbastanza vicino a quello dello scorso anno. Una squadra più coraggiosa, più offensiva, con più trame, più occasioni da gol. La squadra che abbiamo visto con Spalletti ci ha fatto divertire, ora la vedo tornata in salute”.

In cosa è migliorato?

“Nelle prestazioni, soprattutto con il Sassuolo, ma anche al Meazza e aggiungo a Barcellona  a me contro i blaugrana è piaciuto moltissimo. Credo che anche contro la Juventus la vittoria stia un po’ a rappresentare un Napoli 2.0”.

Può sperare di scalare la classifica?

“Questa squadra ha ancora il tempo ed i mezzi per poter far tanti punti. Ovviamente oltre ai propri meriti deve sperare in qualche passo falso delle squadre che la precedono, che però stanno facendo veramente molto bene”.

Cosa le piace di più del Bologna di Thiago Motta?

“Del Bologna mi piace tutto, perché è un progetto che parte da lontano, costruito con grande intelligenza, con pazienza. Perché i progetti hanno bisogno di tempo e di pazienza. Mi è piaciuta la scelta di Tiago Motta che è un allenatore molto preparato ed è un gran signore: ha sempre i modi giusti di porsi davanti alle telecamere, nelle interviste, ma al contempo è un sanguigno, secondo me, nel trasmettere le sue idee alla squadra. Quindi questo credo che lo completi. Ha un ottimo organico che gioca veramente un bel calcio, alle sue spalle ci sono una società lungimirante ed un pubblico che è sicuramente un gran sostegno, che sogna da tanti anni di poter vivere questi momenti”.

Resisterà al quarto posto?

“Credo che assolutamente tutti insieme abbiano la concreta possibilità di arrivare fino in fondo e tenere il quarto posto, sì”.

Bucchi, Acerbi è nell’occhio del ciclone: che ne pensa di quanto successo fra lui e Juan Jesus? Il fatto che fra di loro abbiano “risolto” in campo ha attutito inizialmente la cosa: è giusto?

“Ho avuto il piacere di allenare Francesco, quindi conosco la persona: so che è un ragazzo incredibile, di una grandissima sensibilità. E’ ovvio che in campo possono saltare un po’ i nervi, possono succedere delle cose, ma non credo che sia tollerabile una cosa del genere, se davvero fosse accaduta. Posso solo dire che non sono cose che fanno parte di Francesco, quindi credo e spero che non sia vero ciò che si dice. Viceversa, credo che sia stato invece un bellissimo gesto quello di Juan Jesus che nonostante abbia notato e abbia sofferto per quello che potrebbe essere successo, ha stemperato molto bene, da persona molto intelligente e matura, nel post-partita. E’ ovvio che queste cose non fanno piacere nel contesto sociale in cui viviamo e che cerchiamo ovviamente di migliorare, però la vedo anche come una cosa molto lontana da Francesco, che è un ragazzo di una sensibilità estrema”.

Daniele Najjar

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