Novità pazzesche su Djokovic, dichiarazioni che aprono a un dietrofront inatteso del tennista serbo: cosa succede al numero uno al mondo
Come prevedibile, nel primo Masters 1000 della stagione, a Indian Wells, ci sono state emozioni forti, grandi match e soprattutto colpi di scena. Come l’uscita di Novak Djokovic in avvio di torneo.
Il numero uno del mondo tornava in campo dopo essere stato sconfitto agli Australian Open in semifinale da Jannik Sinner. Per lui, c’era un tabellone favorevole, con l’azzurro e Alcaraz destinati a scontrarsi dall’altra parte. Invece, inaspettatamente, a buttarlo fuori è stato il nostro Luca Nardi, al termine di una gara già entrata nella storia del tennis italiano.
Che non fosse il miglior Djokovic possibile, si era visto già nel turno precedente. Quando aveva ceduto un set a Vukic, australiano non irresistibile (poi battuto qualche giorno dopo da Berrettini a Phoenix). Insomma, alla soglia dei 37 anni che compirà tra un paio di mesi, potremmo essere di fronte ai primi scricchiolii del regno di Nole.
Djokovic, flop a Indian Wells che nasconde un ‘segreto’: “Il suo obiettivo è un altro”
L’uscita di scena prematura lo lascia comunque largamente al primo posto del ranking mondiale, anche se Sinner e soprattutto Alcaraz stanno iniziando ad avvicinarsi. Nelle prossime settimane, comunque, potremmo doverci preparare ad altre sorprese.
Particolari retroscena emergono dal dialogo tra Adriano Panatta e Paolo Bertolucci. I due storici ex tennisti azzurri si sono confrontati nel podcast ‘La telefonata’ e hanno affrontato diversi temi legati al Masters 1000 di Indian Wells, parlando per l’appunto anche di Djokovic.
Panatta ha ipotizzato: “Non è che gli è venuto il complesso dell’italian style? In generale abbiamo visto tanti numeri uno al mondo, non in giornata, in qualche modo portarla a casa. Ma alla fine era come se a lui non fregasse nulla“.
Idee rafforzate dalla considerazione di Bertolucci, che ha spiegato: “Ho saputo dal suo allenatore Ivanisevic che gli stimoli non erano proprio al cento per cento. A un certo punto voleva tornare indietro e prepararsi sulla terra, tanto gli interessano Roland Garros, Wimbledon e le Olimpiadi“.
In effetti Djokovic, sul cemento americano, può anche permettersi di non esprimersi al meglio. Lo scorso anno, a Indian Wells e Miami, nemmeno c’era, quindi ogni punto conquistato è tutto guadagno per il suo ranking. Vedremo cosa accadrà sulla terra rossa europea. A Miami, intanto, potrebbe esserci ancora spazio per i suoi rivali, Sinner e Alcaraz in testa.