Crediamo tutti nella giustizia, anche se in Italia fa un pò quello che vuole, ma l’indagine sul Milan ha troppi buchi ancor prima di indagare. A prescindere dalla fede che può avere un giudice, solo pensare che un fondo internazionale come Elliott si possa ridurre a fare giochetti italici per vendere, svendere o prestare il Milan è una cosa surreale. Parliamo di un fondo internazionale dove il Milan incide, si e no, il 2%. Forse neanche pure. Discorso diverso gli affari tra fondi e alta finanza. E lì credo che anche la magistratura possa capirci ben poco perché in Italia, anche in questo, siamo indietro almeno 30 anni agli Stati Uniti. E’ abbastanza ovvio che i fondi americani non vedano il calcio in Italia come passione ma come speculazione economica. E ci va bene cosi perché se non abbiamo più l’industria che si può permettere di sostenere il calcio, preferiamo i fondi che bucare il pallone e andare… a fondo. Cambiano gli anni e le epoche. In Italia imprenditori come Berlusconi, Moratti, Tanzi, Sensi e Cragnotti non possiamo più permetterceli e lo dimostra la storia perché molti di loro hanno speso miliardi negli anni ’80-90 ma sono finiti male. Il Milan sta migliorando la propria posizione economica e finanziaria e gli ultimi numeri dei bilanci dicono che chi ha lasciato e chi è subentrato ha trovato la giusta via dell’equilibrio finanziario. Poi per fare cassa vera ce ne vuole ma sappiamo che quello passa anche dai successi sportivi e dagli impianti che in Italia non ci sono. Sembra una indagine basata sulla ricerca dell’ago nel pagliaio. Intanto la squadra punta tutto sull’Europa e sarebbe una grande soddisfazione e risarcimento arrivare più avanti possibile in Europa League e chiudere secondi in campionato alle spalle dei cugini.
Rocco Commisso e Vincenzo Italiano, nel frattempo, hanno deciso giustamente di salutarsi a fine stagione. Sabato, su Sportitalia, vi abbiamo anticipato questa notizia che sembra giusta per entrambi. Bisogna sapersi incontrare ma bisogna essere bravi a capire quando una storia finisce senza trascinarla. Ora, sia la Fiorentina che Italiano, hanno un unico grande obiettivo. Finire bene in campionato e provare a vincere la Coppa mancata un anno fa. Hanno fatto un bel percorso insieme ma è giusto dirsi addio. Italiano ha già qualcosa che bolle in pentola mentre la Fiorentina non può permettersi di ripartire da un allenatore scarico mentalmente. Italiano è pronto per il grande salto e se lo merita. Da quando ha iniziato, la sua carriera è stata una progressione continua. Da Trapani a Spezia, da Spezia a Firenze. Lavoro assurdo. Commisso ha una società ambita da tutti. Oggi fanno la fila per allenare la Fiorentina e questo è merito di proprietà e società. Stadio sempre pieno, centro sportivo da club inglese di primo livello e ambizione internazionale. Servono calciatori importanti e la Fiorentina deve alzare il livello della squadra. Questo già a partire dalla prossima estate.
Questo erano le mie considerazioni prima che venisse alla luce la notizia del malore che ha colpito Joe Barone: Direttore Generale della Fiorentina ed artefice almeno quanto il proprietario della gestione illuminata descritta qualche riga fa. A Barone non posso che augurare una pronta guarigione, e la speranza di poter tornare a giudicare il prima possibile le sue gesta da dirigente di una delle realtà più illuminate del panorama calcistico italiano. Forza Joe, abbiamo ancora tante cene di pesce da fare nella tua Pozzallo!
Infine l’ultimo week end ha sancito, prima della sosta, la retrocessione (ancora non aritmetica) della Salernitana in serie B. Un disastro completo di Presidente, società, direttore e squadra. Iervolino è stato immortalato con il dito sul grilletto. La sua gestione ha distrutto la Salernitana. La polvere da sparo è sulle mani di Walter Sabatini. Il colpevole è facile individuarlo. Arrivato con la spocchia del “so tutto io” o “faccio un secondo miracolo” non è riuscito a fare una campagna di gennaio decente e quando ha deciso di esonerare Inzaghi ha dato il colpo di grazia a tutto l’ambiente. Quella è stata la mossa più sbagliata che potesse fare e siamo d’accordo che la Salernitana sarebbe retrocessa comunque ma con dignità o senza dignità fa comunque tanta differenza. Dispiace per le condizioni di Sabatini ma uno nella sua situazione non può pensare di fare miracoli. Perché lui si vanta di aver fatto il miracolo due campionati fa con la salvezza della Salernitana ma lì l’unico miracolo le fece il Cagliari a voler retrocedere a Venezia, altrimenti era già in B da due anni. Sabatini è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso in una società disorganizzata e che con il calcio ha poco a che fare. Di gestione, lì dentro, non c’è nulla. Dalla squadra non si può pretendere molto di più se … il pesce puzza dalla testa! Indagine Milan e la ricerca dell’ago. Commisso non parla Italiano, ma adesso Forza Joe! Walter ma non eri magnifico? Hai distrutto Salerno