Rivelazione commovente: “Sarebbe diventato pilota Ferrari’

La storia della Formula 1 è cambiata per colpa del destino e anche alla Ferrari lo sanno bene: il ricordo di un pilota fa commuovere

La vita è fatta di porte scorrevoli, scelte che in un secondo cambiano il corso della storia ma non sono sempre volute. Sliding doors che hanno più volte modificato il destino dello sport in generale, della Formula 1 in particolare. Così è stato anche in casa Ferrari, per chi è arrivato e per chi non c’è mai stato anche se avrebbe voluto.

Ferrari, il destino è cambiato più volte: lo dice la storia
Ferrari, il destino è cambiato più volte (Ansa Foto) – Sportitalia.it

Come Ayrton Senna, un retroscena che non tutti conoscono ed è bene ricordare a quasi 30 anni dalla sua scomparsa. Dopo la morte di Enzo Ferrari nel 1988, tutte le decisioni a Maranello erano in realtà prese dalla Fiat e quindi da Gianni Agnelli.

Il 9 luglio 1990, come aveva raccontato qualche tempo fa Cesare Fiorio, allora direttore sportivo della Ferrari, al ‘Foglio’ era arrivato negli uffici un preaccordo che avrebbe fatto epoca. Quello che legava la Ferrari ad Ayrton Senna, una trattativa tenuta segreta fino all’ultimo. Ma alla fine l’Avvocato decise di tenere Alain Prost, nemico giurato del campione brasiliano, e così non se ne fece nulla. In realtà però ci fu anche un secondo contatto nel 1994, pochi giorni prima dell’incidente fatale a Imola.

Questa volta lo aveva raccontato Luca Cordero di Montezemolo. Senna era sotto a casa sua, a Bologna, quattro giorni prima dello schianto, spiegando che voleva andarsene dalla Williams. Erano rimasti d’accordo che ne avrebbero riparlato per fissare un incontro formale e firmare il contratto. La morta di Senna ha cambiato tutto.

“Sarebbe diventato pilota Ferrari”: la dolorosa confessione fa commuovere i tifosi

La storia dice che l’anno successivo la Ferrari ha messo sotto contratto Michael Schumacher, arrivato all’inizio del 1996 per undici stagioni indimenticabili in Rosso. Ai tifosi va bene così, ma l’idea di non aver mai visto un campione come Ayrton a Maranello ancora fa male.

Non è il solo però che ha visto svanire il suo sogno e quello degli appassionati prima di poterlo realizzare: lo stesso destino infatti è capitato ad un altro pilota, molto più giovane, che aveva un futuro assicurato.

Jules Bianchi in Ferrari, non è mai successo: destino crudele
Jules Bianchi in Ferrari, non è mai successo (Ansa Foto) – Sportitalia.it

Perché Jules Bianchi era maturato nell’Academy Ferrari e sembrava pronto finalmente è per far il gran de salto. Il 5 ottobre 2014, durante il Gran Premio del Giappone a Suzuka corso sotto il diluvio, il francese uscì di pista a d altissima velocità. La sua monoposto impattò violentemente contro una gru che stava rimuovendo la Sauber di Adrian Sutil, uscito di pista soltanto nel giro precedente.

Non doveva trovarsi lì, ma c’era evidentemente un appuntamento con il destino. Bianchi non si risvegliò più, morendo il 18 luglio 2015. E così anche quella volta, con il sua tragica fine cambiò anche il destino della Ferrari.

Un episodio che ha ricordato anche Federica Masolin, la storica voce della F1 su Sky Sport, al podcast ‘Passa dal BSMT’ di Gianluca Gazzoli. Parlando di Charles Leclerc e dell’affetto che il monegasco riceve in tutto il mondo, indipendentemente dal fatto di essere un ferrarista, ha spiegato come la vede.

Charles è forte in pista e nella testa, ma soprattutto è un ragazzo sempre disponibile, educatissimo. E porta in pista quella voglia che gli ha trasmesso il suo più grande amico, Jules Bianchi appunto, che per lui era un fratello maggiore. Lo aveva fatto entrare nell’Academy di Maranello, ripercorrendo le sue orme.

Sarebbe diventato pilota Ferrari se non avesse avuto quell’incidente in Giappone”, ha ricordato. Ma la vita si diverte beffardamente a cambiare il destino, non sempre in meglio.

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