Fantasiosa ai limiti del patetico, ma guarda caso molto, molto puntuale. L’inchiesta della procura di Milano sul passaggio di proprietà del Milan, datato 2022, è un classico esempio di come funzioni in Italia: la perquisizione scatta in maniera teatrale in un momento in cui si ragiona su come alzare ancora l’asticella. E ovviamente, come sempre, in Italia, indagato e condannato sono la stessa cosa: questo va dato assolutamente per scontato ed è sacrosanto che sia così. Siamo ironici, prima che qualcuno faccia fatica a comprenderlo. Nel frattempo registriamo l’attimo di popolarità del pm di Milano Marcello Viola: ora finalmente, cercando il suo nome su Google, non uscirà più come primo risultato né il professionalmente edificante “pranzo istituzionale” con Marotta e Ausilio, riportato da tutti i siti di fede interista l’estate scorsa, né la medaglia al valore etico per l’appello contro i genitori dello stesso sesso, né il ricorso presentato da alcuni colleghi al momento della sua nomina come pm capo di Milano. Sul resto, meglio soprassedere. Come sempre, parlare alla fine sarebbe il comportamento più corretto da tenere.
Intanto, il campo avanza. E l’Europa League, con la gelida trasferta di Praga, è un incredibile assist per chi vuole rimettere la chiesa al centro del Villaggio. Perché le valutazioni sui “cicli”, evidentemente, vanno fatte forse a 360 gradi: lo insegna il Napoli e a questo punto non solo. Negli ultimi 12 mesi, il Milan ha affrontato in campo europeo Tottenham, Napoli, Inter, Borussia Dortmund, Psg e Newcastle, perdendo solo con i nerazzurri entrambe le partite. Con le altre, due passaggi del turno contro squadre solide e che mettevano in attacco campioni come Kane e Kvaratskhelia, due vittorie contro Mbappé e la squadra del fondo PIF, due pari, uno proprio contro chi ha speso un centinaio abbondante di milioni la scorsa estate, l’altro in uno degli stadi più caldi d’Europa. Ah, a proposito: il girone del Milan vede ben due squadre ai quarti di Champions League. Ripensare a percorsi europei altrui, con annesse valutazioni e prime pagine in pompa magna, oggi fa molto, molto ridere.
Nella conferenza stampa di ieri, ci siamo permessi una domanda più “tattica” a Stefano Pioli: quanto importante sia recuperare Kalulu-Tomori per concedere alla squadra maggior serenità in alcuni meccanismi quest’anno poco oliati? E il Mister ha confermato. Perché la coppia dello scudetto ti permette di giocare meglio: si sta più alti, alla perenne ricerca dell’anticipo, senza il timore di finire come con Thuram o con Kean. Pierre e Fik, le armi in più per provare a lottare per una coppa che oggi vede all’interno del suo tabellone ancora la capolista di Premier League, quella di Bundesliga e quella di Primeira Liga portoghese. Giusto per fare un recap invece, sola le prime di Ligue1 e Liga sono ai quarti di Champions: a testimonianza di quanto difficile e pesante sia anche l’Europa League di quest’anno. E per la gente che… magari vive su Narnia e tra un coretto e l’altro non più taumaturgico, non se ne sia accorta.