Questione di fede. Secondo molti, in Spagna, le speranze dell’Atletico si riducono quasi tutte qui, all’attaccamento evangelico ai principi del Cholo, all’acritico supporto di uno spirito identitario che è componente fondante di questo club. Lo stesso che ha portato negli anni l’Atletico a compiere imprese straordinarie in Champions League, superando barriere invalicabili e vincendo dove trionfare sembrava impossibile. Il miracolo di Anfield, quattro anni fa, ne è forse l’esempio più luminoso, quando i Colchoneros difesero l’1-0 dell’andata con una rimonta da 0-2 a 3-2 a Liverpool. I media iberici hanno usato spesso questa gara negli ultimi giorni per ricordare che la storia dell’Atletico ha sempre fatto a meno di lamentose autocommiserazioni.
Confronto impietoso
Come spiegare, d’altronde, che una rimonta sia davvero possibile in un confronto impietoso sul piano dei numeri? L’Atletico arriva da due vittorie nelle ultime nove, l’Inter da 13 su 13 nel 2024. L’Atletico è reduce da una sconfitta contro il Cadice, terzultimo, che non vinceva da settembre, subendo una rete per la nona partita nelle ultime 10, l’Inter da tre punti fuori casa a Bologna, firmando invece la 17esima gara consecutiva con almeno un gol a referto. Come fare quindi? Questione di fede per l’Atletico, appunto.
Al Nuevo Mirandilla, dopo lo 0-2 in campionato, la squadra si è chiusa nello spogliatoio per diversi minuti, compatta e decisa a reinnescare quella scintilla, quella fame, quello spirito che è firma stilistica dell’Atletico. Sarà soprattutto questo che dovrà mettere in guardia l’Inter, che ha l’obbligo di non lasciarsi cullare da uno dei momenti più complicati dell’era Simeone. Al Metropolitano tornerà Griezmann e ci sarà Morata, questa volta dal 1’ e pienamente recuperato. Se la fede dei Colchoneros non dovesse bastare, ecco allora due buoni motivi per provare a sognare un’altra storica rimonta.