La Ferrari è reduce da una buona gara in Arabia Saudita ma c’è un problema che sta emergendo in modo sempre più chiaro: è stato individuato
Leclerc ha centrato il podio a Gedda, chiudendo alle spalle delle due inarrivabili Red Bull. Seconda doppietta consecutiva per Verstappen e Perez, ma con la Ferrari che si conferma prima delle inseguitrici. Se riuscisse a sistemare un aspetto tutto potrebbe cambiare.
Il Gran Premio dell’Arabia Saudita è andato in archivio con una vittoria netta di Max Verstappen, tanto per cambiare, davanti al compagno di scuderia Sergio Perez. Il messicano, sempre a suo agio sui circuiti cittadini, ha tenuto dietro Charles Leclerc, dopo averlo passato nei primi giri.
Il monegasco della Ferrari ha fatto il massimo, gestendo senza problemi la posizione sul podio e infliggendo distacchi significativi a tutti gli altri. McLaren, Mercedes e Aston Martin non sembrano al livello della Rossa e questo è sicuramente un ottimo punto di partenza.
Essere la seconda forza non rientra però nei piani di Maranello, che vuole competere con la Red Bull. Vasseur è stato chiaro prima dell’inizio della stagione, indicando nello sviluppo della monoposto il nodo contrale per crescere e avvicinarsi a Super Max.
Leclerc non era dispiaciuto dopo il terzo posto di Gedda e sa di poter sfruttare questi risultati come trampolino di lancio. Alla fine è arrivato anche il giro più veloce in gara, strappato a Verstappen, che lo porta a -8 da Perez nella classifica piloti.
Ferrari, il problema della SF-24 non è il degrado gomme: la spiegazione di Matteo Bobbi
Quello che si sta cercando di analizzare in casa Ferrari è il motivo che porta la SF-24 ad essere praticamente alla pari con la Red Bull in Qualifica (più in Bahrain che a Gedda) e distanziata di mezzo secondo in gara.
Parlando ai microfoni di Sky Sport ha analizzato questa situazione anche Matteo Bobbi. L’ex pilota di Formula 1 ha spiegato: “Sul passo c’era una differenza in Arabia Saudita che oscillava tra i 4 e i 7 decimi al giro”. Poi aggiunge: “Il problema sembra essere più il ritmo che il degrado”.
Bobbi quindi individua un altro aspetto poco considerato fino a questo momento. Le gomme dure hanno retto bene sulla Ferrari fino al traguardo, ma il ritmo non era paragonabile a quello della Red Bull.
Ancora non si riesce ad avare una finestra ottimale di utilizzo delle gomme per tutto l’arco del Gran Premio, cosa che consentirebbe a Leclerc di essere molto più competitivo. La speranza è che con lo sviluppo si riesca a trovare una soluzione, magari già a partire da circuiti più congeniali come l’Australia, dove si andrà a correre il prossimo 24 marzo.
Angelo Papi