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O si fa la storia o non si fa

E’ il crocevia forse più importante della storia del Napoli. Barcellona Napoli, non è solo la partita dell’anno, bensì lo spartiacque dell’era targata Aurelio De Laurentiis. Barcellona Napoli, infatti, non vale solo il prestigio di poter eliminare i blaugrana dalla Champions ed approdare laddove era arrivato il Napoli più forte di sempre, quello targato Spalletti della scorsa stagione; la squadra che dominava in Italia ed anche in Europa e che vinceva in carrozza il terzo scudetto della storia con il gioco più bello mai visto prima.
De Laurentiis in una sola partita si gioca il futuro del club ed una programmazione che con il Mondiale per club avrebbe tutt’altro appeal, per giocatori, allenatori, oltre che un introito elevato. Il patron sta giocando il futuro su più tavoli, da scaltro imprenditore quale mai nessuno ha negato essere il più bravo di tutti. Tanto da fissare un premio per la squadra in caso di passaggio del turno. Già, perchè espugnare la Catalogna significherebbe avere quell’opportunità di guadagnare punti nel ranking sulla Juventus. Poi magari, se dovesse andare male i legali stanno studiando come avviare una causa per estromettere i bianconeri dalla competizione. L’altra partita di non poco conto riguarda lo stadio a Bagnoli, dove da oltre un trentennio si parla di bonifiche e di progetti mai realizzati prima. Ad onor di cronaca sembra pura utopia poter costruire un centro sportivo ed uno stadio in quella zona, considerati gli studi di fattibilità, i tempi di bonifica della zona e i vincoli burocratici che vi sono. Ma lo stadio è l’altro business a cui punta De Laurentiis che per vent’anni è stato l’ affittuario del Maradona e del Centro Sportivo di Castel Volturno che ha peraltro il contratto in scadenza. Tornando all’aspetto puramente tecnico tattico, la cura Calzona sta facendo sentire a poco a poco alcuni benefici. Il primo, l’allegria e l’abnegazione della squadra nel voler riprendere quel modello di gioco, accantonato nelle due precedenti gestioni. Il Napoli sta ritrovando lo spirito di gruppo, la condizione atletica è migliorata rispetto al recente passato ed a poco a poco si sta ricostruendo un identità smarrita. Pressing alto, riaggressioni, ripartenze sono ancora presenti nel dna di questa squadra, che gioca sulla falsa riga di quella della precedente. Senza Zielinski, ormai un ex e fuori dalla lista Champions, Lozano, Elmas e con i nuovi acquisiti dell’estate che non hanno ancora dato risposte da leader. Vedi Lindstrom e Cajuste. C’è da lavorare ancora sulla fase difensiva, ma la voragine lasciata da Kim è apparentemente incolmabile. Natan è ancora una scommessa, finora persa visto che il titolare in campionato e in Champions lo fa con grande professionalità Juan Jesus. É’ tornato Osimhen, non ancora al meglio della condizione, è tornato anche Kvaratskelia a fare gol e magie. Sono stati sufficienti loro e l’avvento di Calzona per rivedere un Napoli migliore dei due precedenti. Basterà per vincere la partita dell’anno ?

Manuel Parlato

Redazione Sportitalia

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