Contro lo Slavia Praga l’ennesima prova, se mai ce ne fosse ancora bisogno, che questo Milan sta incassando troppe reti. Fragilità difensiva e i numeri certificano che nella prossima estate magari bisognerà intervenire sul mercato. Anzi, senza magari. Ma ogni tipo di considerazione verrà proiettata solamente al termine della stagione, considerando che il futuro di Pioli è in bilico e nulla è scontato, con le voci di corridoio che continuano a correre, senza alcun fondamento di certezza.
E dire che il rendimento di Gabbia è cresciuto: la sua parentesi al Villarreal ha certificato una crescita individuale niente male, Kjaer ha provato a mettere qualche pezza ai tanti buchi arretrati, complici gli infortuni di Tomori e Kalulu, che hanno frenato sensibilmente il muro.
Un muro che, negli scorsi anni, era sapientemente governato da Mike Maignan, il cui rendimento quest’anno non è stato all’altezza della stagione scudetto. I rossoneri, in un certo senso, si sono scoperti indifesi anche per il calo del portierone francese. Che negli scorsi anni ha salvato a più riprese (anche nell’arco della stessa partita) la porta del Diavolo. Quest’anno, invece, gli interventi prodigiosi sono stati in misura molto inferiore. E ne ha risentito l’intero assetto collettivo. Anche Thiaw è rimasto a lungo fuori per infortunio. I numeri recitano 32 reti subite in campionato, a cui seguono quelle di Champions, 8.
Ma attenzione, perché in Europa League il Milan ne ha già incassate cinque in tre apparizioni. Molti tifosi sono delusi e si chiedono il motivo per cui la squadra debba sempre segnare tre o quattro reti per portare a casa l’intera posta. Domande lecite, risposte che sul campo tardano ad arrivare. Il problema difensivo è nato agli albori di questa stagione e Pioli non è ancora riuscito a porvi rimedio. Ormai l’indirizzo è segnato. Ma probabilmente, al termine della stagione, la rivoluzione sarà anche difensiva.