La Roma è tornata magica. Una prestazione strepitosa, un risultato ingombrante, una qualificazione che in 24 ore da possibile è diventata molto più che probabile. Il poker trionfante di giovedì contro il Brighton ha cristallizzato il momento luminoso della Roma, che con De Rossi in panchina si è riscoperta sicura e consapevole. Se inizialmente poteva sembrare una semplice casualità nelle parole degli scettici, oggi – dati alla mano – è evidente che l’ex capitano giallorosso abbia ridato linfa vitale a un club che sembrava accartocciato su sé stesso.
Il successo sui Seagulls è stato il 7° della Roma targata De Rossi, su 10 panchine complessive. Due pareggi contro il Feyenoord, che però hanno combaciato con la qualificazione agli ottavi di Europa League, e una sola sconfitta, contro l’Inter, che nel 2024 ha fatto 12 su 12. Bastano i numeri per poter trovare un alibi solido, bastano i numeri per raccontare almeno parzialmente la seconda giovinezza di una Roma che sta scacciando con ferocia una prima parte di stagione confusa e cupa.
Presto per detonare l’entusiasmo, occorre continuare a lavorare, De Rossi docet. Domani si torna già in campo, con una Fiorentina affaticata ma soddisfatta dopo il folle 4-3 di Budapest contro il Maccabi Haifa. 5 punti di gap che nelle intenzioni giallorossi devono diventare 8 all’alba di una settimana che porterà la Roma in Inghilterra, due anni dopo il pareggio di Leicester che fece da prologo alla finale di Conference con il Feyenoord. Intanto, si festeggia per una Roma che è tornata magica. Per poco, però, per non offuscare il sogno e continuare a volare.