Editoriale Calcio

Thiago Motta perfetto per la Juve. Nonge merita solo carezze. Juric, un po’ di decenza

Thiago Motta sta facendo un lavoro straordinario a Bologna. Eppure domenica sera qualcuno ha raccontato che “i risultati sono dovuti all’impeccabile lavoro di Sartori sul mercato”. Che il Bologna abbia un eccellente direttore sportivo non ci sono dubbi, che Thiago stia viaggiando sull’onda del suo indiscutibile talento è una sentenza. Eppure qualcuno ha ancora perplessità, soltanto per gettare un po’ di fango temendo che possa essere l’erede di Max sulla panchina della Juve. La domanda sarebbe: se Allegri avesse allenato il Bologna, quanti punti avrebbe fatto? E soprattutto che tipo di gioco (…) avrebbe proposto? Ma Motta ha sempre saputo difendersi dai mulini a vento: ai tempi dello Spezia c’era chi, legato al direttore sportivo Pecini per via di qualche notizia in più, alla vigilia della famosa trasferta di Napoli aveva sentenziato l’esonero dell’allenatore, prevedendo una sconfitta facile. Invece, lo Spezia vinse fortunosamente grazie a un autogol di Juan Jesus, così Motta centrò una salvezza fantastica e da lì è partito il suo volo. Per la cronaca, non abbiamo avuto più tracce di Pecini in un club di Serie A, il tempo è galantuomo e ogni tanto premia la meritocrazia. A proposito di Motta: sarebbe l’allenatore perfetto per la Juve del futuro, con tutto il rispetto per i nostalgici, i ruffiani in servizio permanente effettivo e i suonatori del piffero.

Una veloce considerazione su Joseph Nonge, classe 2005 della Juve: ha un grande futuro davanti, qualità indiscutibili. Lo scorso gennaio avrebbe potuto decidere di andare al Granada per giocare un po’ di più, invece decise di restare a Torino. Ora, che i giovani vadano maneggiati con cura lo sanno i bambini delle scuole materne. Nel momento in cui Allegri decide di sganciarlo a Napoli, dentro un finale incandescente e con una partita apertissima, ci sta e sulla carta sembra un atto di consapevolezza. Ma se il risultato è poi quello di toglierlo per l’ingenuità commessa in occasione e del rigore su Osimhen, assolutamente non ci siamo. Gestione pessima, è come se tirasse uno schiaffo a un ragazzino non abituato a certi palcoscenici. Nonge ha chiesto scusa suoi social, in realtà Allegri avrebbe dovuto chiedere scusa a lui. E anche se il baby avesse chiesto di uscire, viaggiamo per ipotesi, avrebbero dovuto tutelarlo meglio. Dice il presunto saggio: ma c’era da potenziare il reparto offensivo per gli assalti finali…. È un saggio molto presunto perché – a quel punto – sostituisci tutti tranne Nonge che era entrato da poco. E se davvero pensi che un “bambino” del 2005 non possa sbagliare, meglio non metterlo in campo. Se invece lo metti, devi difenderlo fino alla fine e non umiliarlo in quel modo. Nonge ha chiesto scusa, in realtà merita solo carezze.

A Ivan Juric rivolgiamo una domanda: è possibile un po’ di decenza? Il riferimento non è soltanto al “ti taglio la gola” rivolto a Vincenzo Italiano, basterebbe già questo per dargli qualche giornata di squalifica (due sono poche). Poi, poverino, ha chiesto scusa perché “Italiano è un grande amico, l’adrenalina ti porta fare qualche errore”. Beh, fosse così semplice anche un rapinatore potrebbe essere assolto semplice perché dice di aver sbagliato e che non avrebbe voluto assaltare una banca. Ma ci rendiamo conto in che mondo viviamo? Juric dovrebbe metterci un po’ di decenza, ha toccato il fondo da mesi, anzi da anni. Lasciamo perdere quanto disse tempo fa in un confronto acceso con direttore sportivo Vagnati, non sono problemi nostri. Ma Juric passa da un gesto dell’ombrello ai tifosi del Torino assiepati nella curva Maratona a insulti e offese verso i giornalisti durante le interviste post partita. Lo ha fatto con un paio di inviati di Sky nel giro di pochi anni, offese vere, ovviamente senza che qualcuno prendesse davvero le difese: in questi casi il collegamento come minimo va sospeso. A Juric andrebbe regalato urgentemente un corso di galateo dalla durata minima di sei mesi con lezioni sette giorni a settimana (anche quando giocano le sue squadre e dovrebbe andare in panchina). Troppo facile chiedere scusa dopo, mentre prima gli atteggiamenti sono all’altezza dei peggiori bar di Caracas, anzi andiamo oltre. Se diventasse impossibile per Juric avere un po’ di decenza, bisognerebbe fermarlo con urgenza. Lo guardano tutti, bambini compresi.

Alfredo Pedullà

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