Il campionato si è espresso con almeno 4 mesi di anticipo. A cadenza settimanale piovono conferme rispetto ad una verità già nota da diverso tempo, al di là della parvenza di rivalità che una Juventus rivelatasi alla fine dei conti inadeguata, sembrava in grado di poter opporre allo strapotere dell’Inter. Un dominio di gioco e risultati che, unito alla competenza di chi dirige i futuri campioni d’Italia potrebbe essere destinato a tramutarsi in dittatura se le avversarie non saranno in grado di prendere adeguate contromisure. Vale allora la pena di entrare nello specifico, a partire dalla Juventus che a fine stagione ragionerà sulla permanenza di Allegri come timoniere del progetto, o invece deciderà di sposare una filosofia differente come quella di Thiago Motta. Del resto, dal Napoli di Spalletti all’Inter di Inzaghi il messaggio è chiaro: in Italia vince chi gioca meglio degli altri. Sono lontani i tempi del cortomuso e delle vittorie di pura concretezza, ed allora anche il Milan che pure un allenatore giochista lo ha, è destinato ad esprimere le proprie valutazioni rispetto ai risultati insufficienti sin qui maturati. Cardinale ha minacciato rivoluzioni su tutti i fronti, i tifosi sognano un solo nome che sarà però da accompagnare ad investimentì sostanziosi, che possano passare anche per qualche addio difficile da digerire. Davanti si sogna Zirkzee, ma la concorrenza, a proposito di Bayern Monaco, non manca di certo. Poi c’è il Napoli che con Calzona vuole ripristinare il meraviglioso ecosistema tattico di un anno fa, ben consapevole che in estate si consumerà l’addio dell’eroe dello scudetto Osimhen. E’ la realtà della dimensione del nostro calcio, ed i fatti dimostrano che non sempe cedere un pezzo pregiato fa rima con indebolimento. L’Inter ha tracciato un solco di cambiamento, che le avversarie faranno di tutto per imseguire e se possibile provare a sorpassare.