Il Napoli ha battuto la Juve ritrovando il dolce sapore dei tre punti in Serie A e proiettandosi alla trasferta di Barcellona in Champions League con grande entusiasmo. Prima, però, ci sarà il Torino in campionato. La truppa di Calzona si è imposta contro i bianconeri seguendo i dettami dell’intensità e del dinamismo. Verticalità di un gioco che è apparso a tratti brillante. Secondo acuto filato dopo le sei reti rifilate al Sassuolo. Brillante è stata la prova di Kvaratskhelia, che ha subito scandagliato il reparto tecnico con qualche giocata da applausi ben gradita dal Maradona. Napoli-Juve ha detto molto. Tanti falli sul georgiano, che ha spostato il baricentro in favore dei partenopei, incantando a suon di giocate d’alto rango. Molto bene l’ingresso di Raspadori, ancora una volta.
I partenopei hanno scelto di giocarsela come sanno fare. Calzona, a livello ideologico, ha un approccio molto pragmatico. Due sono i precetti: tante pedine ad attaccare la porta avversaria, sempre e comunque la volontà di costruire partendo dal fraseggio. Certo, non è più il Napoli di Spalletti, ma se quest’anno sono stati tanti i momenti negativi dove il buio regnava, ecco che con Calzona la luce in fondo al tunnel si intravede. Nell’universo degli obiettivi stagionali c’è ancora la volontà di finire in Conference League, mentre contro il Barcellona, in terra spagnola, il Napoli è consapevole di potersela giocare senza problemi.
E se Kvara-Osi ritroveranno l’intesa dei giorni migliori, anche Calzona potrà gioire: “Sono due giocatori fortissimi, fondamentali per questa squadra. Hanno passato un momento di difficoltò, ma ora sono tornati quasi sui loro livelli. Vorrei parlare anche degli altri, nei momenti di difficoltà della partita è venuta fuori. Dobbiamo migliorare nel possesso palla e verticalizzare di più. Tutti, quelli che entrano mi danno una mano, erano tutti pronti ad entrare. Sono segnali importanti. Si parte da qui”, ha detto il tecnico in conferenza stampa. Barra dritta, la strada è tracciata.
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