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Editoriale Calcio

Milan, da Cardinale al Papa ma Ibra non basta. Simone, il Re di tutto. Sassuolo allo sbando. Di Nunno, non rovinare tutto

Cardinale ha deciso e parla per lanciare messaggi senza annunciare nulla. E’ stato molto chiaro in quello che ha detto, forse, anche in quello che non ha detto. Traduzione mia delle parole di Cardinale e se sbaglio qualcosa è frutto della mia ricostruzione e fantasia e non sono pensieri di Cardinale. 1) Furlani mi ha deluso e non ha la forza per rappresentarmi nel Milan. A fine anno o lo caccio o lo ridimensiono. 2) Ibra è il nuovo Maldini, però, lui come persona mi piace. Non è uomo immagine ma Ibra rappresenta la proprietà e avrà potere decisionale sulla scelta del nuovo Mister. Ibra vuole Conte ma deve costruirne le condizioni tecniche ed economiche 3) Lo stadio me lo faccio come dico io e dove voglio io. Sala parla ma non fa i fatti e io lo stadio con l’Inter non lo voglio. 4) Qualche socio mi piacerebbe averlo ma solo di minoranza. Il giochino è nelle mie mani e mi diverto io. Però se porto dentro qualche capitale utile senza andare oltre il 40% di quote non sarebbe male. 5) Infine il prossimo anno voglio provare a vincere lo scudetto a non a chiudere a – 30 dall’Inter. Frasi e pensieri frutto della mia fantasia e traduzione del Cardinale pensiero. Intanto il Milan ha vinto, a Roma con la Lazio, una partita brutta, pazza e inutile. Il campionato ha già decretato tutto e quello che resta non è di interesse di Pioli. Cardinale fa bene a progettare e l’abito da Papa consegnato a Ibra ha un suo valore ma l’allenatore si deve scegliere questo mese senza aspettare maggio. Programmazione.

Intanto l’Inter torna in campo stasera ma Simone Inzaghi che, un anno fa di questi tempi veniva messo in discussione anche dai magazzinieri di Appiano, oggi si sta riprendendo tutto con gli interessi. La Curva Nord faceva comunicati ogni 2 settimane. L’ufficio stampa della Ferragni lavora di meno degli ultras interisti. Inzaghi ha dato uno schiaffo morale a tifosi e dirigenti. Bravi a prendere i calciatori giusti, meno bravi a difendere Simone quando le cose non giravano. Invece l’allenatore si è superato in passato e si sta superando adesso. Molto sottovalutato, oggi sta dimostrando di essere bravissimo tatticamente, capace nella gestione del gruppo e bravo a leggere le partite. Prima di firmare rinnovi e adeguamenti Simone ci pensi bene. Il prossimo anno al secondo pareggio tutti torneranno a scendere dal carro che oggi risulta pieno.

Il Sassuolo è allo sbando totale e, sinceramente, non ci aspettavamo questo delirio. L’infortunio di Berardi è l’ultima croce sulla quale il club poteva aggrapparsi ed è venuta meno anche quella. Ballardini, Gattuso, Grosso e ancora Ballardini. In una settimana, dopo Dionisi, hanno fatto un macello che ha mandato in confusione anche la centralinista del club. La squadra è stata umiliata con il Napoli e ha perso lo scontro diretto con il Verona che ha problemi societari ben più gravi. Bisognava gestire diversamente la difficoltà ma di questo passo il Sassuolo sprofonda. Troppi calciatori senza fame e senza voglia di lottare. Sassuolo è un bel villaggio Valtur ma se non metti pepe i calciatori si rilassano e lì ci sono troppi ragazzi da anni e anni che si sono seduti.

A Lecco sono passati dalla favola alla barzelletta. Questa l’ho copiata da un articolo di ieri di Pedullà. Chiamare Aglietti è come telefonare al prete per iniziare a dare l’estrema unzione (questa è mia non di Pedullà n.d.r.). Non è la mossa della disperazione ma la mossa della retrocessione. Chi vuole retrocedere dalla B alla C chiamata Alfredo. E’ colpa di Alfredo, si anche. E’ arrivato e ha ammazzato definitivamente il Lecco. L’anno scorso la favola, il sogno e quest’anno la cretinata di esonerare Foschi che portava equilibrio e conoscenza della piazza. Foschi è un ottimo allenatore ma se ti affidi al vice che voleva fargli le scarpe come società ti stai suicidando. Di Nunno è mio amico e ha la mia stima e simpatia. Si può retrocedere se sei una piccola piazza reduce da un miracolo ma non devi diventare lo zimbello di Italia. Aglietti ha distrutto una squadra che era in difficoltà ma non era morta. L’eutanasia la porta lui dalla Toscana. Ora il Lecco deve salvare la faccia prima di pensare alla classifica.

Michele Criscitiello

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