Accade nella realtà, o meglio, nella sua visione atomistica. Le situazioni cambiano in fretta e il corso degli eventi muta senza stare lì a pensarci un istante di più. Paul Pogba ha avuto strepitosi anni di carriera. Sin dall’adolescenza è considerato, infatti, tra i migliori talenti della sua generazione. Si rende protagonista di una maturazione rapida e costante, che lo porta a essere, sulla soglia dei vent’anni, uno dei migliori centrocampisti al mondo. Un intreccio profondo tra qualità tecniche pregiate e una forza fisica straripante. Comprensione e analisi di un talento vero, che ha riempito di contenuti profondi tutte le maglie che ha indossato.
I paragoni si scomodano senza indugio. Dotato di grande visione di gioco e capace di organizzare con duttilità la manovra d’attacco, con uno sguardo rapace per i passaggi della finalizzazione, dimostra sin da subito grande potenza e precisione nella coordinazione balistica. A inizio carriera preferisce giocare nel ruolo di metodista davanti alla difesa, organizzando lo sviluppo del gioco. Viene paragonato a Patrick Vieira e Yaya Touré perché il bagaglio delle qualità è lampante: perfetta unione tra qualità e quantità, forma e sostanza. Pulizia nei tocchi di palla, tempismo nei contrasti, visione di gioco illuminante: il perfetto centrocampista, insomma.
Nel 2009 si trasferisce al Manchester United dopo esser cresciuto nell’accademia giovanile del Le Havre. A Old Trafford fa il suo esordio in Premier League contro lo Stoke City, mentre quattro giorni più tardi ecco che scende in campo contro l’Athletic Bilbao nel ritorno degli ottavi di finale di Europa League. Pogba non ha certezze, anzi, tutt’altro. Perché quando torna a disposizione il gigante della mediana Paul Scholes, ecco che il centrocampista francese viene relegato ai margini della rosa. Un tira e molla che presto si trasforma in rotta di collisione perché il rapporto con il tecnico Sir-Alex Ferguson s’incrina senza indugio e a fine stagione la scelta del calciatore, assistito da Mino Raiola, è lampante: risoluzione contrattuale.
Il 3 agosto 2012 approda alla Juventus a parametro zero. Da possibile sostituto di Andrea Pirlo diventa una mezzala affermata, si guadagna il posto in pianta stabile certificando un’invidiabile personalità nella proposizione del gioco. Il primo gol con la maglia bianconera avviene il 20 ottobre dello stesso anno contro il Napoli: contribuendo alla vittoria dei bianconeri per 2-0 in campionato contro i partenopei. Pare esser nata una stella perché i numeri non mentono mai. Prestazioni molto spesso strabilianti, tutta Europa parla delle sue qualità e in quattro stagioni arrivano quattro scudetti. Senza tralasciare dal palmares la Coppa Italia con Allegri e le Supercoppe. Poi un altro addio, questa volta molto doloroso…
Sei stagioni ricche di alti e bassi. Sei annate in cui arriva il successo dello United in Europa League, ma gli infortuni caratterizzano pesantemente il suo rendimento, tanto da costringerlo a numerosi stop. Il suo cammino si riempie di difficoltà tecniche e agonistiche. Il francese si dimostra fortemente insofferente, così decide di tornare a casa.
L’11 luglio 2022 Paul Pogba torna alla Juventus da svincolato. Ma gli infortuni sono ancora un punto cardine del suo stato di salute. Subito viene disturbato da un problema al menisco laterale durante la preparazione estiva. La terapia conservativa non porta gli effetti desiderati, così Pogba deve sottoporsi alla meniscectomia che, di fatto, lo costringe a saltare tutto il girone d’andata. La prima apparizione coincide con una data importante per i colori bianconeri: il 28 febbraio 2023, nel derbt della Mole che la truppa di Allegri vince 4-2. A marzo e a maggio si ferma ancora per problemi di natura muscolare.
Un calvario senza fine perché il 14 maggio 2023, contro la Cremonese, si ferma nuovamente. Ogni mese un problema. Poi quella data che Pogba non scorderà mai. L’11 settembre 2023 il Tribunale Nazionale Antidoping emette una sospensione cautelare nei confronti del centrocampista francese, trovato positivo al testosterone sintetico dopo un controllo effettuato dopo la sfida tra Udinese e Juventus del 20 agosto. Le controanalisi confermano la positività. Oggi la comunicazione ufficiale della squalifica: 4 anni di stop. Carriera difficilmente recuperabile, considerando un declino costante e progressivo. Con tanta amarezza di chi ha vissuto le gesta di un potenziale campione. Ma la sua carriera è stata tutta un “vorrei ma non posso”.
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