Primo piano

Inter, Inzaghi e la sua parabola ascendente

Dopo i recuperi di ieri, la classifica di Serie A non ha più alcun asterisco: prima la vittoria del Napoli, poi quella dell’Inter sull’Atalanta in un’altra dimostrazione di forza da parte dei nerazzurri di Simone Inzaghi Un 4-0 (Darmian, Lautaro, Dimarco, Frattesi) che lascia spazio a davvero poche interpretazioni: nonostante diverse assenze che avrebbero potuto essere penalizzanti, i padroni di casa continuano a essere dominanti sotto tutti i punti di vista. Una fame che non si vedeva da molto, nonostante l’organico sia competitivo già da tanto tempo.

L’Inter al lavoro per blindare Simone Inzaghi (fonte: © LaPresse) – Sportitalia.it

Quest’anno, però, si percepisce un’aria diversa intorno all’ambiente. Merito di Beppe Marotta che ha costruito una squadra importante puntando su occasioni, merito di Simone Inzaghi che ha costruito una corazzata. Simone Inzaghi è il simbolo di come tutto possa cambiare in nemmeno un anno, è il simbolo di come la fiducia debba sempre essere alla base di un rapporto, perché i risultati poi arrivano. Lo scorso marzo, nel periodo più scuro per l’Inter, l’allenatore sembrava a un passo dall’esonero, con molteplici critiche verso la sua filosofia di gioco.

Poi però c’è stata la finale di Champions League contro il Manchester City, persa per un niente; cinque trofei messi fino a ora in bacheca e una squadra che riflette alla perfezione la sua idea di gioco. Forse Inzaghi è sempre stato più ferrato sulla teoria? Chissà, ma da diverso tempo a questa parte ciò che si nota è un allenatore che sta mettendo in pratica i suoi principi, capace di entrare nella testa dei calciatori, di non sbagliare alcuna scelta, sia dentro sia fuori dal campo. Da “non è adatto all’Inter” a “lo vogliono le big di Premier”: ecco l’evoluzione del tecnico nerazzurro che grazie al lavoro e ai risultati ha fatto – giustamente – cadere tutti gli occhi e le attenzioni su di sé.

Federico Calabrese

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