Rafael Leao, dai colpi d’autore alle giocate con troppa ‘sufficienza’. ll passo tra le due dimensioni è sempre stato troppo breve per il portoghese, ancora alla ricerca di quella continuità che tanti addetti ai lavori gli rimproverano costantemente. Il rumore di fondo, in chiave mercato, già inizia a sentirsi. Le voci provenienti dalla Francia sono chiare: il mondo del pallone parla dell’affare del decennio che dovrebbe portare – a meno di clamorosi colpi di scena – Mbappé al Real Madrid. E la dirigenza del PSG ha messo nel mirino Leao, che ha una clausola da 175 milioni di euro, un valore alto, forse troppo per il momento, anche per le mire del club parigino.
A Milano sta bene. Ma il futuro…
Leao a Milano si trova molto bene, l’ha dichiarato a più riprese. Con i rossoneri ha vinto lo scudetto, ma gli intoppi verso la crescita progressiva sono ancora consistenti. Nel suo libro il portoghese spiega i motivi che l’hanno portato al prolungamento del rapporto con i rossoneri: “La vittoria dello Scudetto mi aveva mostrato quanto era bello vincere come collettivo. Il mio rinnovo non è mai stato un tira e molla per questioni di soldi, come molti hanno detto e non avevo nemmeno dubbi sulla direzione tecnica che stava prendendo la squadra”. Più costanza nelle due fasi: la chiave risiede nell’indirizzo del sacrificio, ancora poco conosciuto dal suo bagaglio tecnico.
Troppo sensibile alle critiche
Le qualità ovviamente non si discutono, ma il tifo rossonero gli rimprovera ogni giorno, attraverso i social, la discontinuità tecnica, l’eccessiva indolenza nell’approccio agonistico. Quasi svogliato, il salto di qualità sul piano comportamentale deve compierlo a ogni costo, se vuole davvero diventare un campione. Le voci di mercato continueranno a fare da sfondo al suo rendimento. Nel frattempo Leao deve concentrarsi solo sul campo, senza considerare le critiche provenienti dal tifo. Che l’hanno condizionato e non solo in apparenza, viste le sue risposte, attraverso le stories su Instagram, alle frecciate dei tifosi. Il futuro resta sempre dietro l’angolo e il salto di qualità dovrà essere anche mentale.