Problematici, ma non un problema. E’ il destino di Rafael Leao e Federico Chiesa. E’ il destino di chi dovrebbe fare la differenza sempre, ma che per un motivo o per un altro non ci riesce. Il portoghese è tornato in buona, prestazioni e gol contro il Rennes all’andata e soprattutto con l’Atalanta in campionato sono lì a certificarlo. Ed è proprio in questi casi che il dilemma diventa un rompicapo per Stefano Pioli. L’allenatore rossonero ha detto che farà pesare al suo numero 10 la partita stratosferica di San Siro, per capire perché non riesce ad essere costante nell’arco di una stagione. Per Pioli, Leao risente troppo delle critiche e probabilmente ha ragione viste le ultime esultanze polemiche. La dipendenza dal giudizio che si trasforma in paura. Ibra, tanto per fare un nome in casa rossonera, si esaltava con le critiche, Leao al contrario tende a deprimersi. Ed è un po’ forse quello che sta capitando a Chiesa nella Juve. I fischi dello Stadium gli hanno fatto male, ma in questo 2024 il numero 7 bianconero è irriconoscibile. Sensibile anche lui come Rafa, ma forse anche all’interno di un nuovo equivoco tattico. Eppure all’inizio della stagione aveva fatto molto bene da seconda punta accanto a Vlahovic. Cos’è cambiato? I problemi fisici dell’ultimo periodo possono averlo condizionato, ma l’impressione è che ci sia ancora qualcosa di non detto nel rapporto con Allegri. Quel qualcosa che, forse, verrà detto a fine stagione. Perché Chiesa potrebbe dire addio come potrebbe esserci l’addio di Allegri. A proposito di allenatori, aggiorniamo il borsino. De Rossi sta lavorando benissimo a Roma da ogni punto di vista. Tattico, empatico (ma su questo non c’erano dubbi) e comunicativo. Si è messo a specchio contro il Torino rilanciando dal primo minuto la difesa a tre, ma soprattutto rilanciando dopo una vita Smalling e ha avuto ragione. Lukaku parte dalla panchina e sorride rispetto al passato in nerazzurro, anche perché entra ed è decisivo nell’assist per la tripletta di Dybala. Dybala esulta stritolando nell’abbraccio De Rossi. Tutti pazzi per DDR mi verrebbe da dire. E lui, davanti ai microfoni, non sbaglia una virgola, le parole su De Zerbi ad esempio sono da incorniciare. Italiano, il cui borsino era in calo, si è ripreso la Fiorentina con scelte ultra coraggiose. Perché far giocare tutti insieme rischiando poco o nulla Arthur-Bonaventura-Beltran-Sottil-Nico Gonzalez e Belotti è da grande allenatore calcolando soprattutto che di fronte avevi la Lazio che pure era passata in vantaggio sull’unico tiro in porta della partita. Sarri nella notte del Franchi non è pervenuto, la testa potrebbe già essere a Monaco per il ritorno contro il Bayern.
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