Dici Inter e inevitabilmente pensi ad un tour de force, ma non in termini di stanchezza, bensì di prestazioni. Già, perchè i nerazzurri guidati da Simone Inzaghi sono diventati inarrestabili. Alzi la mano chi si ricorda l’ultima sconfitta del biscione. O meglio, l’ultima volta in cui tra campionato e coppa la compagine guidata da Lautaro Martinez ha registrato un esito negativo. Ebbene se state ancora aspettando la risposta è, in campionato il 27 settembre in casa contro il Sassuolo mentre in coppa contro il Bologna a dicembre.
Ancora un banco di prova per mister Inzaghi che mercoledì sarà chiamato a sfidare l’Atalanta in un match non banale ma che rappresenta davvero un turning point importante per il prosieguo del campionato. La squadra nerazzurra, inutile nasconderlo, ha l’ambizione Scudetto e perchè no, anche avanzare in Champions League con il ritorno della sfida contro l’Atletico Madrid. L’Atalanta, però, come dicevamo, in questo momento viene da 8 vittorie e due pareggi e se l’Inter dovesse riuscire a battere i bergamaschi, con un +12 e 69 punti alla 26esima giornata, continuerebbe un altissimo percorso di crescita visto che in questo momento sta viaggiando ad una media-quota punti vicino al 100 come la Juventus di Conte o superiore al Napoli dell’anno scorso con Spalletti.
Altro dato “sensibile” è che la squadra riesce a ben interpretare e a far ben interpretare ruoli, azioni e inserimenti anche alla riserve. O meglio, a chi non gioca prettamente spesso dall’inizio. E della scaramanzia? Giuseppe Marotta glissa alla domanda se il match di mercoledì è davvero il “match point” per lo scudetto con un sentenzioso “no, no” alla domanda dei giornalisti al termine dell’assemblea della Lega. Non sempre belle notizie, però, arrivano da casa nerazzurri: in giornata si sono registrati i riscontri delle visite approfondite cui si è sottoposto Hakan Calhanoglu, vero leader della linea mediana nerazzurra. Il turco è stato vittima di un risentimento muscolare che lo ha reso indisponibile per l’ultimo impegno di campionato e potrebbe non essere finita qui.
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