La Ferrari si tinge di nero per la morte di un suo volto storico, uno di quelli che rimangono anche nel cuore. Ecco tutti i dettagli
Mentre si preparavano i test per la stagione che verrà, l’ultima prima che in Italia sbarchi Lewis Hamilton, in Ferrari è arrivata una notizia che ha messo tutti di cattivo umore. A 77 anni ci ha lasciato Pietro Corradini, un uomo prima che un meccanico che ha lavorato all’interno dell’azienda di Maranello per tre decenni.
Nato nel cuore dell’Emilia-Romagna, per la precisione a Formigine, ha dedicato tutta la sua vita alla Rossa, da quando il 2 febbraio del 1970 ha messo per la prima volta piede nella scuderia, e direttamente per la Formula 1. Ecco, fino al 1988 Corradini ha avuto la possibilità di lavorare con piloti del calibro di Jacky Ickx, Clay Regazzoni, Niki Lauda, Gilles Villeneuve, Didier Pironi, Jody Scheckter, René Arnoux e Patrick Tambay, ma due su tutti gli erano rimasti nel cuore: il canadese scomparso nel 1982 nel circuito di Zolder e Gerhard Berger, con i quali era diventato amico. Anche un altro pilota sfortunato come Ayrton Senna ha incrociato la strada di Corradini.
Lutto in Ferrari, morto a 77 anni Corradini, meccanico storico della Rossa di Maranello
Il primo, infatti, a far salire su una monoposto il pilota brasiliano morto a causa di un incidente nel Gran Premio di San Marino del 1994 fu proprio Corradini.
Magic, all’epoca, era ancora un ragazzino che si divertiva a correre con i kart, ma non si era lasciato sfuggire l’occasione di salire sulla macchina della Ferrari, la stessa che avrebbe poi preso la prima fila nelle qualifiche del sabato per il Gp del Brasile con Carlos Reutemann. Quella fu la prima e unica volta che Senna salì su una Rossa. Nessuno poteva saperlo, neanche il meccanico che aveva già intravisto le potenzialità alla guida di uno come il brasiliano.
Ma Corradini era uno capace di fare tutto, specie con le mani d’oro che si ritrovava. Era anche spigoloso, però, perché molto schietto, diceva solo quello che pensava, infatti, senza filtri. Gli piaceva anche correre oltre che far correre, tanto che persino lui, sui kart, vinceva tanto. Con la Formula 1 smise nel 1988, quando iniziò a seguire i progetti della F40 e F50. Con la Ferrari non finirà mai, invece.