Caduto improvvisamente nel dimenticatoio anche a causa delle imprese di Sinner, Alcaraz, ko anche a Rio, non ha assolutamente intenzione di mollare
Quando ha iniziato a muovere i primi passi nel circuito ATP, si è subito capito che avevamo a che fare con un fenomeno. Con un talento così grande da essere etichettato subito come ‘generazionale’, ovvero in grado di dominare lungo tutto il corso degli anni in cui si sarebbe confrontato con tennisti coetanei o giù di lì. La previsione non si è rivelata sbagliata.
Carlos Alcaraz da El Palmar, un frazione della vicina Murcia, ha letteralmente bruciato le tappe che ciascun tennista, anche quelli destinati a lasciare un solco nella storia, deve in qualche modo obbligatoriamente percorrere. All’età di 19 anni lo spagnolo ha vinto il suo primo Major, gli Us Open. A 20 anni appena fatti ha trionfato a Wimbledon, battendo in finale quel Novak Djokovic che, col senno del poi, se avesse trionfato ai Championships avrebbe completato il tanto agognato Grande Slam.
All’indomani dell’epica vittoria all’All England Club, l’erede designato – almeno da parte dei tifosi spagnoli – di Rafael Nadal è diventato anche il numero uno al mondo più giovane della storia del gioco. In più, di contorno, possiamo anche citare i 4 tornei Masters 1000 che il giovanissimo talento ha messo in bacheca. Una storia fatta di soli successi e di nessun inciampo, dunque? Non esattamente. Gli ultimi mesi hanno restituito alle cronache un giocatore che non sembra più lo stesso di prima.
Alcaraz e il modello Sinner: “Devo dare il 100% per competere”
Eliminato in semifinale da Jannik Sinner a Pechino, nello scorso ottobre, poi fatto fuori da Novak Djokovic, sempre al penultimo atto della competizione, alle ATP Finals di Torino; successivamente uscito dagli Australian Open ai quarti di finale per mano di Sascha Zverev. Infine, proprio nella settimana in cui il campione altoatesino trionfava in quel di Rotterdam, inopinatamente eliminato da Nicolas Jarry nelle semifinali di Buenos Aires. Insomma, non proprio il momento più felice della sua ancor giovane e comunque brillantissima carriera.
Intervenuto in conferenza stampa nell’immediata vigilia del torneo di Rio de Janeiro, a cui ha di fatto dovuto rinunciare dopo appena due game, lo spagnolo è apparso consapevole dei suoi limiti attuali. Ma anche fortemente intenzionato a dare una svolta alla sua stagione. Con uno stimolo in più che si chiama proprio Jannik Sinner.
“Sono molto contento di come Jannik vince i tornei. Se lo merita, lavora sodo per questo. Io cerco di vedere le cose in modo positivo. Devo dedicarmi al 100% ogni giorno se voglio competere con lui, perché è al suo livello migliore“, ha detto Carlitos.