Ossa rotte ed equilibri saltati. Pioli si trova costretto a rimettere insieme i pezzi di un Milan andato in frantumi nella vicina Monza. Il ko contro i brianzoli ha evidenziato i limiti di una squadra non ancora matura nella sua totalità. Seconde linee non del tutto pronte a non far rimpiangere i titolarissimi e una superficialità in campo che preoccupa. Tempi stretti ed Europa alla porta, il comandante da Parma ha l’obbligo di risaldare tutti i pezzi del Diavolo per il secondo round contro il Rennes.
La sfida in terra francese ha tutte le carte in regola per far da spugna e cancellare la disfatta dell’U-Power. Il 3-0 maturato nella gara d’andata a San Siro consente alla Milano rossonera di tirare un sospiro di sollievo ed evitare allarmismi precoci…. Seppur qualche vecchia spia torna ad accendersi all’alba di una settimana a dir poco intensa. Carta e penna alla mano, per annotare i punti critici di un Milan che dopo il Rennes si troverà al cospetto l’Atalanta, prima candidata a soffiargli il gradino più basso del podio.
Tutti i nodi vengono al pettine in un reparto arretrato visibilmente in difficoltà che non regala sicurezze ai rossoneri e impensierisce Pioli. Poi, il capitolo “gestione”: optare per un massiccio turnover a Monza non ha portato al risultato sperato e ad oggi, con gli ottavi in parte già ipotecati, sullo stesso in vista di domenica rimane il dubbio.
A ragion di logica, infatti, il tris di San Siro autorizzerebbe il tecnico rossonero a mandare in campo chi ha maturato meno minuti in questa stagione. Dall’altra parte, però, la fiducia a rischio per lo stesso Pioli che lo vede al centro di una perenne inquisizione per il percorso altalenante in stagione e che lo costringerebbe quindi a rischiare in campo i fedelissimi.
Quindi, turnover o rischio seconde linee per preservare i titolarissimi? Insomma, la sfida francese farà da preambolo per studiare lo scontro di domenica contro una Dea in formato Champions.
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