Un club in particolare deve suo malgrado fronteggiare anche avversità extra-campo oltre a dover lottare con le proprie strenue forze per ottenere la salvezza
La Serie D è nuovamente al centro delle polemiche, questa volta a causa di una nuova penalizzazione inflitta all’Imolese. La notizia, tanto temuta quanto attesa, è ora ufficialmente confermata dalla FIGC. Il club rossoblù è stato colpito con un altro punto di penalizzazione in classifica, ripetendo quanto accaduto lo scorso novembre a causa di ritardi nei pagamenti degli stipendi.
Il motivo di questa nuova sanzione riguarda il mancato pagamento delle somme dovute al giocatore Pasquale De Sarlo, figlio dell’ex presidente e tesserato per l’Imolese nella passata stagione di Serie C. Ulisse Savini, amministratore unico del club, è stato inoltre inibito per tre mesi. Questo secondo provvedimento nel corso dello stesso campionato porta l’Imolese a scendere a quota 32 punti. Un punto di penalizzazione quindi come si evince dalla nota ufficiale della FIGC.
Tuttavia, è importante considerare il contesto che ha portato il club a questa situazione precaria. Nel novembre scorso, l’Imolese ha dichiarato ufficialmente la destituzione del presidente Domenico Altomonte, in seguito a un’immarcescibile serie di vicissitudini che hanno caratterizzato i mesi precedenti.
Nel cuore della tumultuosa vicenda che ha scosso le fondamenta del club si cela una situazione intricata. Altomonte, figura di spicco all’interno di quel circolo raffinato, aveva abbagliato gli animi con proclami di stabilità e prosperità imminente. Eppure la realtà si è rivelata ben diversa.
Le promesse, così magniloquenti, si sono rivelate come barche fragili in un mare in tempesta, infrante dalle onde di una gestione incapace e negligente. Il tessuto sociale del club è stato macchiato dall’indolenza e dalla mancanza di rigore. Le scadenze, cruciali per mantenere viva la fiamma di un’istituzione così prestigiosa, sono state disattese con una noncuranza disarmante.
E quale destino poteva attendere i protagonisti di questo dramma? Altomonte, inesorabilmente travolto dalla marea delle proprie ambizioni mal riposte, è stato destituito dalla sua carica con il peso delle delusioni accumulate sulle spalle. E insieme a lui, come una complice nelle danze della decadenza, è stata allontanata dalla società la vicepresidente Marion Bratz, sua moglie.
La questione solleva il dibattito sul ruolo e sulle responsabilità dei presidenti dei club calcistici. Sebbene non siano obbligati a possedere quote della società, è essenziale che contribuiscano finanziariamente al suo sostentamento. L’Imolese ha garantito la continuità della propria gestione, rassicurando i tifosi sulla leadership di Sandro Di Benedetto e Ulisse Savini.
Nonostante le difficoltà attuali, si avverte nell’aria un senso di speranza per il futuro del club. La prossima settimana potrebbero emergere nuovi potenziali acquirenti, persone credibili e con solide basi finanziarie, che potrebbero riportare stabilità e prosperità all’Imolese.
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