Sinner ha ricevuto un guanto di sfida dal suo rivale numero uno, l’iberico Alcaraz: lo spagnolo ha già le idee chiarissime
Qualcuno pensa che abbia perso un po’ della grinta che lo ha contraddistinto fin dal suo debutto nel circuito maggiore. Quella stessa determinazione che gli ha permesso, col senno di poi, di diventare un campione. O che, forse, sia stato “schiacciato” dal peso delle aspettative e dal fatto di aver raggiunto tutto troppo presto.
Carlos Alcaraz però è sempre Carlos Alcaraz e sarebbe un vero errore sottovalutarlo o dimenticare le imprese di cui è stato capace negli ultimi due anni. Potrebbe essere giù di corda e sotto tono, in questo periodo, ma tempo al tempo: certamente tornerà in sé e ricomincerà a dare filo da torcere a tutti i suoi competitor. Incluso Jannik Sinner, naturalmente, che è già da tempo il suo rivale numero 1. Il solo esponente della nuova generazione di cui il fenomeno di Murcia sembra avere paura, ora come ora.
Ha parlato proprio di questo, nelle scorse ore, il vincitore degli Us Open 2022 e di Wimbledon 2023. Il due volte campione Slam si trova al momento in Argentina: all’Atp 500 di Rotterdam, dove ci sono l’altoatesino e altri big del circuito, ha preferito una parentesi sulla terra rossa a Buenos Aires. Con uno sguardo sempre rivolto, tuttavia, al momento in cui incrocerà nuovamente il suo avversario principale.
Alcaraz, in maniera estremamente lucida, nel corso delle interviste che hanno preceduto l’inizio dell’IRB+ Argentina Open ha detto chiaramente quali sono le sue aspettative relativamente alla nuova stagione.
Sa bene che all’orizzonte non si prospetta un periodo facile, ma sa altrettanto bene che i rischi sono, per così dire, “circoscritti”. “Riconquistarla (la vetta, ndr) è ovviamente il mio obiettivo – queste le parole del tennista iberico – ma è una lotta molto equilibrata. Ora ci sono diversi giocatori che stanno competendo per questo, così come per vincere Slam. Djokovic e Sinner secondo me oggi sono al top e in questo momento sono i giocatori da battere. Anche Rublev, Zverev e Rune hanno le potenzialità per arrivare lassù, ma in questo momento c’è una lotta equilibrata tra Sinner, Medvedev e me per arrivare al numero uno”.
Quanto ai sogni nel cassetto, Carlitos ha ammesso che nel 2024, piuttosto che uno Slam, preferirebbe vincere un oro olimpico. Che è poi, curiosamente, la stessa identica cosa che ha detto il suo rivale altoatesino quando gli è stato chiesto cosa scegliesse tra la medaglia e il secondo titolo Slam. Due cani allo stesso osso? Ne vedremo, allora, delle belle.
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