Indubbiamente doloroso, ma forse meno del previsto. Il primo ko della Roma targata DDR arriva davanti a un Olimpico che perdona immediatamente. Dalla parte opposta c’è un’Inter predestinata per un gioco che non conosce rivali. Ma sulle gambe la Roma spinge parecchio sin dai minuti iniziali.
Centrale per centrale. Mancini risponde prontamente e a tono alla rete di Acerbi annullando quindi l’immediato vantaggio nerazzurro. Primo bollino verde in una sfida tutta da analizzare con cura per De Rossi e staff.
La prima frazione di gioco è, infatti, a forti tinte giallorosse. Fame e concretezza. Il Faraone fa il bis e mette spalle a muro la capolista fino al duplice fischio.
Se il campo sta dando le risposte cercate, adesso il focus dei capitolini può rivolgersi all’aspetto mentale. Perché il blackout in avvio di ripresa svela la seconda faccia della medaglia. Quella di una Roma spenta e in tilt. Thuram prima e Angelino poi, con una zampata a voler chiudere che invece si rivela letale per Rui Patricio oltre al poker di Bastoni a chiudere le danze sul finale.
La pioggia incessante sull’Olimpico e il campo pesante esaltano comunque una Roma in piena rivoluzione. Idee, bel gioco e alternative dalla panchina. Seppur non mancano certamente i nei da sottolineare. Da Karsdorp che non convince a Lukaku ancora fantasma nella sfida con il passato.
Ma da Roma trapelano solo sensazioni positive per una squadra apparentemente rinata con il suo ex capitano alla guida in versione 2.0.
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