Un paio di considerazioni sparse su festival della canzone e sul festival del campionato.
GEOLIER E IL NAPOLI Sanremo è sempre Sanremo ma va fatta una premessa: la sala stampa di Sanremo è uno dei luoghi più infidi di questa professione. Negli anni si sono consumate scene disgustose e sono state prese decisioni che hanno poco a che vedere con l’imparzialità di giudizio. Che cosa c’entra col calcio? È presto detto perché la vicenda del rapper Geolier sostenuto dal voto popolare contrapposto a quello della sala stampa ha tutti i crismi della divisione geocalcistica di questo Paese. E chi ama certe diatribe non ha perso tempo per tuffarsi a pesce. Non si tratta più di giudicare il testo e la musica di Geolier, ma di dividersi sulla sua provenienza. Addirittura chi, qualche giorno addietro, si era pronunciato con una scomunica contro la scrittura della canzone che esprimeva un napoletano approssimativo (verissimo) ha prontamente fatto marcia indietro saltando sul carro del vincitore in quanto comunque espressione dell’amata città di provenienza. Il dovere di schierarsi anche a costo di capirci poco o nulla. Che cosa c’entri , infatti, tutto ciò con una canzone nessuno riesce a comprenderlo. L’unica certezza è notare quanto sia diventato impossibile giudicare le parole, le immagini e i messaggi di un rapper che ha suscitato tanta discussione eppure famosissimo fra i giovanissimi. Ogni argomento si è trasformato in Nord contro Napoli e il Napoli (e viceversa) in linea con la contrapposizione calcistica ormai predominante. Ovviamente schierarsi è molto più facile che distinguere argomentando, ma questo è il mondo in cui viviamo. Molto social, poco razionale, velocissimo e pure tanto ignorante. Registriamo e prendiamo atto. Sarebbe stato molto più interessante scoprire il motivo di tanto interesse dei giovani a di tanto malumore delle persone più mature. Una spia comunicativa che probabilmente potrebbe dimostrarsi rivelatrice. Come, del resto, su sponde completamente vicine, il successo dei neo melodici. Sono fenomeni lontani dalla comprensione di chi si sforza di spingere cultura ed educazione verso altre direzioni, ma sono spie di una incomprensione sociale evidente. Insomma sotto la sciocca divisione geocalcistica c’è di più. Intellettuali e scrittori dovrebbero sforzarsi di capirlo senza propinare ricette o, peggio, spingere sul pedale della divisione fine a se stessa.
LA FORZA DELL’INTER Mentre si canta a Sanremo, l’Inter le suona alla Roma. È impressionante il cambiamento dei nerazzurri a partita in corso. Nel secondo tempo contro la Roma è emersa tutta la potenza della squadra di Inzaghi che ha cambiato passo realizzando tre gol con cui ha ribaltato una situazione complessa dopo il primo tempo chiuso con il vantaggio dei giallorossi. Bella comunque la Roma di De Rossi e non vorremmo essere nei panni dei difensori a oltranza di Mou perché l’ex capitan futuro ci ha messo davvero poco per conquistare tutti indipendentemente da questa sconfitta. La sua Roma è reattiva, ha qualità e si esalta nelle ripartenze. Ha solo bisogno di riacquisire una formazione fisica degna di tal nome perché negli ultimi, coraggiosi minuti, correva più sui nervi che sulle gambe e comunque faceva paura all’Inter.
Paolo De Paola