Jannik Sinner fa discutere anche quando non gioca e in particolar modo se si fa riferimento all’addio alla Nazionale per la Coppa Davis
Il numero 4 del mondo, Jannik Sinner, sta proseguendo nel suo percorso di crescita e mira a raggiungere degli obiettivi sempre più importanti, dopo la vittoria degli Australian Open. A volte però il suo atteggiamento ha fatto discutere.
La vittoria agli Australian Open ha acceso come è giusto che sia i riflettori sulla sua carriera. Jannik Sinner aveva già compiuto qualcosa di sensazionale nel finire della scorsa stagione, raggiungendo la finale a Torino e portando a casa con l’Italia un’incredibile Coppa Davis a Malaga. Vincere uno Slam, però, conta davvero di più nel tennis. Se poi consideriamo che mai nessun italiano era riuscito ad imporsi nella storia a Melbourne, abbiamo un quadro davvero completo dell’impresa compiuta dal 22enne di Sesto.
Il clamore mediatico non fa per lui, visto il modo con cui ha preferito declinare l’invito a Sanremo di Amadeus e concentrarsi solo sul ritorno in campo. La stragrande maggioranza degli appassionati di tennis sono dalla sua parte sia per questa scelta che per il comportamento in generale. Eppure c’è stato un momento in cui la sua popolarità era davvero ai minimi termini, con una serie di critiche forse troppo dure da mandar giù.
Stiamo parlando dello scorso settembre e del momento in cui Jannik decise di rinunciare (di comune accordo con il capitano Volandri) al girone di Coppa Davis a Bologna. Contro Canada, Cile e Svezia l’Italia ha dovuto fare a meno di lui e per fortuna tutto è andato nel migliore dei modi, come visto poi con il trionfo di Malaga.
Sinner, anche la scelta di saltare la Coppa Davis è stata azzeccata: parola di Ivan Ljubicic
Parlando della crescita di Jannik Sinner, Ivan Ljubicic, grande ex giocatore e oggi commentatore di ‘Sky Sport’, ha approvato anche i passaggi più delicati della passata stagione. “La scelta di non giocare la fase a gironi di Coppa Davis è stata complicata. Gli sono state mosse tante critiche ma anche in quel caso ha dimostrato che era la cosa giusta da fare“.
Ai microfoni della tv satellitare Ljubicic poi prosegue: “A Toronto è arrivato il primo grande titolo per lui e forse ha capito che era pronto per il salto di qualità. La Coppa Davis è stata la ciliegina finale che gli ha fatto sentire di essere forse il migliore al mondo e questo lo ha aiutato anche in Australia”.
Insomma quando si dice che la testa è tutto nello sport basta ripensare proprio a queste parole dell’ex coach di Roger Federer.