Inutile cercare appigli legati ad un'attualità che già sta raccontando parecchie delle cose da dire. Il solo argomento destinato a catalizzare l'attenzione degli appassionati di qui in avanti sembra legato a doppio filo al domino panchine che andrà inevitabilmente a scattare dalle prossime settimane sino all'inizio della prossima stagione. Molto raramente, infatti, è accaduto che la stragrande maggioranza dei top club in giro per l'Italia e per l'Europa si trovino a convergere nella necessità o nella volontà di reperire una guida tecnica differente rispetto a quella attualmente in carica. Vale la pensa dunque partire da chi paradossalmente questi discorsi non li sta affrontando, ma diventerebbe automaticamente la prima squadra a doverlo fare se le cose in primavera non andassero come si sta prospettando, ovvero l'Inter di Inzaghi. Il piacentino è l'allenatore perfetto per questo momento storico dei nerazzurri e più in generale delle proprietà del nostro calcio: ottiene risultati, genera entusiasmo, fa giocare bene e valorizza gli investimenti. Un quadro perfetto che verrebbe però irrimediabilmente sfregiato da un finale di stagione diverso dalla conquista del tricolore con annessa seconda stella. Scenario che in casa Inter non si vuole nemmeno lontanamente prendere in considerazione.
Della Juventus abbiamo già raccontato parecchio, anticipando nelle settimane passate il concreto apprezzamento di Cristiano Giuntoli nei confronti di Thiago Motta. E' vero, le voci di una conferma con annesso rinnovo di Max Allegri arrivano a cadenza sospettosamente costante, ma ci sono altrettanto inequivocabili segnali di fuoco che arde sotto la cenere e che potrebbe portare ad uno stravolgimento sulla panchina bianconera a prescindere da come andrà a finire la stagione.
Il vero, grosso, rebus è dunque relativo alla panchina del Milan. Anche in questo caso ogni scenario descritto come certezza assoluta non può essere realistico. Il motivo è semplice ma allo stesso tempo decisamente ingarbugliato: le idee e le opinioni di chi occupa ora la stanza del potere potrebbe avere decisamente meno rilevanza in un futuro nemmeno troppo lontano. Dunque tutte le voci ed i nomi che stanno emergendo nelle ultime ore sono legate ad una gestione che potrebbe non avere la stessa influenza nel futuro prossimo dei rossoneri. Le dichiarazioni recenti di Furlani, che ha parlato di fastidio rispetto al tambureggiare mediatico della candidatura di Antonio Conte, hanno di fatto confermato quanto raccontato ormai un mese e mezzo fa: l'attuale Amministratore Delegato del Milan non sposerebbe quel tipo di scelta per il dopo Pioli, preferendo al contrario un profilo meno esigente, intransigente e più malleabile. Nulla di nuovo sotto al cielo di Milano, se non l'attesa di ciò che il proprietario si aspetta possa accadere. Dopodichè, sarà possibile entrare nel merito della questione ragionando sulle possibilità di Conte e di altri candidati italiani o stranieri, per la panchina dei rossoneri. Fino ad allora, è tutto decisamente prematuro.
Lo stesso dicasi per le panchine di Roma, dove De Rossi sta dando alla proprietà tutti i motivi possibili per parlare di riconferma ma occorrerà attendere prima la decisione relativa al nuovo Direttore Sportivo senza unire ulteriori nomi al mucchio di candidati già accumulatisi nelle ultime tre settimane, e Napoli. De Laurentiis ha dichiarato, tra le tante cose, che fino alla prossima primavera sarà prematuro ogni genere di discorso legato a chi subentrerà a Walter Mazzarri. La sensazione è che molto in questo senso verrà deciso dal prossimo scontro con il Milan: battendo i rossoneri i campioni d'Italia in carica avrebbero la possibilità quantomeno di cullare la possibilità di rientrare dalla porta principale nella lotta per un posto in Champions. Senza quella prospettiva diventerebbe oggettivamente difficile non rivolgere già l'attenzione totalmente all'inevitabile rivoluzione estiva.
La tempistica primaverile scandirà anche i tempi delle panchine top in giro per il continente ancora in cerca di padrone. E' il caso del Barcellona: per i blaugrana si è sfiorato il record mondiale di nomi (l'ultimo è Conte, che non trova riscontro) nelle due settimane scarse successive all'addio annunciato da Xavi. Facendo chiarezza, tra i tanti nomi emersi risultano fredde le anche le candidature di Flick e Sergio Conceicao. Secondo le informazioni delle quali siamo a conoscenza, il sogno vero di Laporta e dell'ambiente catalano risponde ad un unico nome: quello di Jurgen Klopp. Il tedesco contestualmente all'annuncio del suo addio al Liverpool ha dichiarato la propria volontà di prendersi un anno sabbatico. Decisione rispettabile, ma che dalla Catalunya cercheranno di cambiare fin quando ci sarà anche solo un barlume di speranza. Solo una volta che il tedesco avrà ribadito il suo rifiuto incondizionato ci si attiverà concretamente per andare alla ricerca di un altro profilo di altissimo livello, già affermato, ed in grado di sopportare le pressioni e le tensioni di uno degli ambienti più complicati ed esigenti che ci siano in giro per l'intero mondo calcistico.
Rispetto al Liverpool ribadiamo quanto anticipato in settimana: la prima scelta assoluta che i Reds stanno prendendo in considerazione è quella legata al nome di Xabi Alonso. E' vero lo spagnolo non ha un background di lunga data, ma la sua esperienza da tecnico del Bayer Leverkusen lo sta mettendo in luce come un vero e proprio predestinato. Se non si dovesse arrivare ad una decisione congiunta sullo spagnolo, un nome che sta emergendo con forza nella lista dei candidati è quello di Ruben Amorim. L'allenatore dello Sporting Lisbona ha esperienza e pratica un calcio dinamico, accattivante e d'assalto. Esattamente quello serve per infiammare la Kop. E De Zerbi? Tutti lo apprezzano, difficilmente chiuderà la stagione senza che un top club bussi alla sua porta e a quella del Brighton. A proposito di predestinati, non puntare su di lui sarebbe addirittura delittuoso.