Nemmeno il tempo di celebrare l’arrivo di Hamilton che la Ferrari deve già fare i conti con i primi pareri contrastanti: cosa sta succedendo
Dal 2025 Lewis Hamilton sarà un nuovo pilota della Ferrari. E’ passata ormai oltre una settimana dall’annuncio ufficiale del Cavallino rampante ma il clamoroso trasferimento a Maranello del 7 volte campione del mondo di F1 continua a far discutere. In tanti, specialmente tra i tifosi della Rossa, hanno accolto questa notizia con grande entusiasmo e tanta voglia di vedere il campionissimo britannico alla guida della Ferrari.
Tuttavia lo sbarco di Hamilton a Maranello non convince tutti. In questi giorni, infatti, le critiche non sono mancate: troppa poca considerazione per Carlos Sainz, che pure lo scorso anno ha portato la Ferrari a vincere l’unica gara non dominata dalla Red Bull, troppi soldi garantiti al pilota inglese (circa 50 milioni di euro all’anno) e troppo elevata l’età di Lewis (quando si metterà al volante della Ferrari avrà 40 anni). In più c’è da capire la reazione di Charles Leclerc, che rischia di essere oscurato dalla presenza di Hamilton come compagno di scuderia.
Non è tutto, perché diversi fan della Ferrari non sono nemmeno così convinti che con l’arrivo del 39enne inglese la scuderia di Maranello potrà davvero riconquistare quel titolo iridato che ormai manca da quasi 20 anni. Uno scetticismo espresso anche da Giancarlo Minardi, fondatore della storica scuderia Minardi, oggi diventata Racing Bulls dopo essere stata Toro Rosso e Alpha Tauri.
In un’intervista rilasciata al ‘Resto del Carlino’, l’imprenditore 76enne ha tenuto a precisare che da un punto di vista prettamente commerciale l’accordo tra la Ferrari e Lewis Hamilton può portare solo dei benefici: l’operazione in termini di marketing, secondo Minardi, è stata brillante e per questo il faentino ha voluto fare i complimenti al presidente della Rossa, John Elkann.
Se invece il discorso si sposta sulla pista ecco che la situazione cambia: “Se parliamo di Formula 1, la situazione cambia la Ferrari non è rimasta senza titoli per una generazione a causa di chi era al volante. Ne consegue che Hamilton non è una garanzia di successo, così come non lo era Vettel”. Minardi, dunque, sottolinea che l’inglese non è garanzia di successo, così come non lo era a suo tempo un altro campione come Sebastian Vettel: per l’imprenditore il successo in Formula 1 passa soprattutto attraverso una macchina vincente. “Una casa – aggiunge il 76enne – non si costruisce dal tetto, ma dalle fondamenta”.
L’imprenditore di Faenza si sofferma poi anche su Leclerc e sul fatto che probabilmente il monegasco non avrà preso benissimo l’ingaggio di Hamilton. La Ferrari aveva deciso di prolungargli il contratto dicendogli che avrebbe puntato tutto su di lui, invece ora si ritrova a fianco una vera e propria leggenda della Formula 1: “Diciamo che c’è più di una stranezza in questa storia”.
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