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ESCLUSIVA SI Sudafrica, Fish: “Osimhen? Niente paura. La nostra vittoria del ’96 può ripetersi”

Dopo 24 anni la Nazionale di calcio del Sudafrica torna a giocare una semifinale di Coppa d'Africa. I Bafana Bafana, che alle 18:00 italiane di oggi affronteranno la Nigeria per un posto in finale, sono riusciti solamente altre tre volte nella loro storia ad arrivare a quest'altezza, peraltro consecutivamente nelle edizioni del 1996 (vinta), '98 e 2000. Va detto che è soltanto dal '94 che il Sudafrica partecipa alle qualificazioni, dato che in precedenza è stato a lungo escluso per ragioni che travalicavano lo sport.

Colonna quella squadra era Mark Fish, passato anche dalla Lazio di Zeman, il quale è intervenuto in esclusiva per SPORTITALIA  per raccontarci quegli anni di riscatto, anche sociale, per il suo Paese e per parlarci della sfida di oggi.

Quante chance ha il Sudafrica contro la Nigeria?

"Ha davvero ottime possibilità a mio modo di vedere. Parliamo di una semifinale, raggiunta dopo aver eliminato squadre forti come Marocco e Capo Verde. La Nigeria è probabilmente favorita, ma abbiamo le nostre carte da giocarci. Di partita in partita la squadra ha sempre più fiducia e di tanto in tanto sono le sfavorite ad avere la meglio".

Osimhen e Lookman la spaventano?

"La Nigeria ha tanti ottimi giocatori in grado di segnare, ma anche il Sudafrica ne ha. Nel calcio bisogna rispettare i propri avversari, ma poi non si può mai sapere. Abbiamo molti giocatori in grado di essere pericolosi, così come abbiamo una buona difesa, organizzata. Rispetto, non paura per giocatori che sono così importanti come quelli che ha citato".

Come è cresciuto il calcio sudafricano in questi anni? 

"Il Sudafrica si è appena qualificato per una semifinale e questo è molto importante per il Paese. Nel calcio ultimamente serviva rialzarsi visto che non ci siamo più qualificati ai Mondiali dopo quello ospitato. Questo traguardo è importante per tante ragioni, soprattutto per i giovani che stanno crescendo, questa squadra sta indicando la via da seguire".

Il Sudafrica può vincere davvero la coppa?

"Sì, siamo arrivati fino a qui e penso che possiamo andare fino in fondo. Siamo qui, ci siamo creati e meritati la fortuna avuta e questa chance. Ora è possibile trionfare".

Cosa significò per il suo Paese vincere nel 1996?

"Ebbe un significato che travalicò il calcio. A livello sportivo abbiamo avuto grandi alti e bassi, prima con i successi nel rugby e poi nel calcio. Nel Paese abbiamo avuto molti problemi negli anni prima, problemi interni. Aver vinto il trofeo ha portato un qualcosa di diverso. Non saprei, magari un certo senso di appartenenza, di comprensione reciproca maggiore fra le persone. Abbiamo fatto capire che tutto era possibile anche in uno sport come il calcio".

Quali ricordi la legano invece al nostro di Paese ed alla Lazio?

"Molti ricordi bellissimi affollano la mia mente, è stato un sogno per me andare a giocare nell'allora miglior campionato del mondo. Il posto migliore dove crescere come difensore, infatti imparai tantissimo in quello squadrone fenomenale. Marchegiani, Nesta, Fuser, Signori, Casiraghi, ne nomino solo alcuni. Mi ritengo molto fortunato ad aver giocato in quella Lazio, oltre che ad aver vissuto in una città come Roma".

Daniele Najjar

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