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ESCLUSIVA SI Neveu “gioca” le semifinali: “Osi-Lookman arma in più, ma la Costa d’Avorio ora sogna”

Patrice Neveu si gode la Coppa d'Africa da tifoso e appassionato: dopo gli ottavi ottenuti con il suo Gabon nell'ultima edizione ed i quarti con la Guinea nel 2006, questa volta il tecnico non è fra i protagonisti della competizione, non avendo centrato la qualificazione. 

Ex ct anche di Repubblica Democratica del Congo e Mauritania, Neveu vanta una lunga esperienza fra le selezioni del continente africano ed è intervenuto in esclusiva per SPORTITALIA per parlare delle semifinali di domani.

Che speranze ha la Repubblica Democratica del Congo di vincere la semifinale contro la Costa d'Avorio?

"Sarà una partita estremamente serrata. È una squadra che sta salendo di rendimento e forza nella competizione, acquisendo fiducia nel percorso. Arriva a questo appuntamento al suo livello migliore. E' una partita che si deciderà dai dettagli. La Costa d'Avorio ha il vantaggio di avere il pubblico dalla sua parte, ma mi aspetto una partita equilibrata. È da 50 e 50".

Di fronte i padroni di casa della Costa d'Avorio. Che ne pensa del loro incredibile percorso?

"Si può dire che la Costa d'Avorio non muoia mai. Penso che siano successe molte cose con il cambio di allenatore e che sia stato intelligente mettere il vice, che conosceva la squadra e che è molto sicuro di sé. Si può pensare che questo sia il suo momento di gloria, ci sono tutti gli ingredienti per sognare".

A cosa si riferisce?

"Ha battuto il Senegal, che è una grande squadra, dopo una bella prestazione anche se alla fine l'hanno decisa i rigori. Ha battuto il Mali, una bella squadra. Gioca in casa, con giocatori esperti che rimangono sereni nei momenti di pressione. Ora hanno un'altra partita difficile da giocare, che si giocherà su ogni dettaglio. I giocatori, lo staff, la federazione sono riusciti a rimanere uniti in questa forte attesa che c'è stata fin dal primo turno".

La Coppa d'Africa delle sorprese: il Sudafrica in semifinale se lo aspettava?

"Il Sudafrica in semifinale mi ha sorpreso, ma questa Nazionale deve essere un modello per i paesi africani. L'allenatore è esperto, porta avanti un progetto a lungo termine, cosa che raramente avviene in Africa. Ci sono solo giocatori locali del campionato sudafricano. Tutto questo non è altro che la valorizzazione di un lavoro fatto all'interno, da questo paese".

La Nigeria, per i nomi soprattutto in attacco, è la favorita a vincere la coppa?

"Penso che possa avere l'ambizione di vincerla. Spetta a loro rimanere concentrati, cavalcando l'onda di potenza che emanano. Sembrano aver trovato il ritmo giusto a differenza di altre squadre rimaste o che sono state eliminate. Manterranno la loro freschezza? Penso di sì. Li vedo su uno dei due gradini più alti, comunque".

Come giudica le prestazioni di Osimhen e Lookmann?

"Vale un po' quanto detto per la squadra. All'inizio è stato difficile incidere e stanno gradualmente aumentando il loro livello. Sono due giocatori esperti che giocano in Italia, la vera carta vincente della Nigeria. Delle squadre qualificate, è forse quella più forte offensivamente. Osimhen ha raggiunto lo status di Pallone d'oro africano, ha potenza e grabde gioco aereo. Lookman ha deciso la sfida con l'Angola. Entrambi portano profondità e azioni individuali in percussione".

Quale squadra l'ha invece delusa di più?

"Deluso non è il termine giusto. Mi aspettavo molto di più dall'Algeria che non ha fatto quanto poteva e rimane una grande Nazione. Direi anche il Marocco e il Camerun, che ha difficoltà a ritrovare il suo livello di prima anche se ha una bella squadra. Anche la Tunisia ha presentato avuto sorprendenti".

Il suo futuro dove la porterà?

"Per ora assisto a questa competizione con grande piacere, con la delusione di non esserci con il Gabon. Io e alcuni giocatori sappiamo perché non ci siamo arrivati. L'obiettivo ora è preparare al meglio il futuro, fare riflessioni sul lavoro in prospettiva. Quando vedo il lavoro della Mauritania, della Guinea, dove sono stato, mi fa piacere. Potrei avere la possibilità di avere una selezione ancora più solida. La certezza è che la passione c'è, mi sento molto bene fisicamente e sono motivato ad affrontare la sfida giusta".

Daniele Najjar

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