Il neo campione degli Australian Open incassa una nuova critica: il paragone col rivale non è così lusinghiero
L’affermazione di Jannik Sinner nell’Happy Slam di inizio stagione ha modificato gli equilibri del circuito ATP. Le posizioni nel ranking mondiale sono rimaste inalterate – anche a causa di un consistente distacco, tra le varie caselle della classifica, tra i primi 4 della classifica mondiale – ma i rapporti di forza non sono più gli stessi di prima.
Tutti hanno capito che il nativo di San Candido, certamente esploso con ritardo rispetto ad alcuni suoi illustri predecessori, ora fa sul serio. I pronostici su una sua supposta candidatura al dominio della scena tennistica negli anni a venire – un qualcosa che lo avrebbe visto battagliare con Carlos Alcaraz – si stanno ora avverando. Con buona pace di chi si era troppo frettolosamente prodigato a dire che Jannik era un bluff. Che non sarebbe mai diventato un campione.
Detto fatto. Sinner, dopo Medvedev e Djokovic, ha messo in riga anche i suoi detrattori. Il primo trionfo in un torneo dello Slam, arrivato forse addirittura in anticipo rispetto ai pur evidentissimi progressi mostrati da ottobre in poi, promette di non essere l’ultimo. Stanno già partendo ambiziosi pronostici sul Roland Garros, il prossimo Major che si disputerà sulla terra rossa tra fine maggio ed inizio giugno.
La crescita dell’altoatesino ha ovviamente scatenato il dibattito sul valore del tennista azzurro e sui suoi punti di forza – o di debolezza – rispetto ai suoi rivali. Ha detto la sua anche Barbara Schett, storica voce di Eurosport ed ex tennista.
Barbara Schett, la frase su Sinner non passa inascoltata
La partner televisiva dell’ex leggenda del tennis svedese Mats Wilander ha aperto il discorso sul campione azzurro paragonando il suo percorso a quello di Carlos Alcaraz, il fenomeno spagnolo che all’età di 20 anni aveva già messo in cascina 2 titoli Slam, conquistando tra l’altro – più giovane tennista della storia a farlo – la posizione numero uno del ranking ATP.
“Sinner ha portato il suo tennis in un’altra dimensione negli ultimi anni. Mi piace la sua progressione. È un po’ più lento di Carlos Alcaraz ma fisicamente è cambiato visibilmente, avrà preso cinque o sei chili. Taglia gli angoli più di prima, togliendo tempo all’avversario. I suoi colpi sono ancora più potenti, così come il suo servizio“, ha esordito la bella 47enne.
Il giudizio su Sinner ha già alimentato diverse polemiche, soprattutto per il momento scelto da Schett nell’evidenziare delle presunte lacune nel gioco dell’allievo di Simone Vagnozzi, oggettivamente ora molto più ‘performante’ dello spagnolo.