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ESCLUSIVA SI Belotti, l’ex allenatore: “Deve ritrovare continuità. Sulla Fiorentina…”

Nel primo pomeriggio di oggi, tramite i canali social del club, la Fiorentina ha annunciato l'arrivo di Andrea Belotti dalla Roma. L'attaccante bergamasco, 30 anni e campione d'Europa con l’Italia in occasione di Euro 2020, lascia i giallorossi dopo un anno e mezzo durante il quale non ha trovato molto spazio dal momento che è stato quasi sempre impiegato come riserva, prima di Abraham e poi di Lukaku. Tra le fila dei capitolini ha comunque realizzato 10 gol in 68 presenze. Ora questa nuova tappa in maglia viola. 

Sportitalia.com ha contattato in esclusiva Alessio Pala, che ormai diversi anni fa lanciò il Gallo nella Primavera dell'Albinoleffe. 

Iniziando dal presente, cosa pensa di questo trasferimento di Belotti alla Fiorentina?

"Andrea (Belotti, ndr) deve anzitutto ritrovare fiducia. Alla Roma è stato impiegato complessivamente poco, chiaro che con uno come Lukaku davanti era difficile fare il titolare, anche se qualche volta in più avrebbero potuto giocare in coppia. Ha bisogno di continuità, altrimenti si spegne".

In tal senso la viola può essere una buona occasione?

"Certamente. Parliamo di una squadra che crea calcio e produce numerose occasioni da gol, è molto diversa dalla Roma. Non a caso Italiano schiera sempre con tre attaccanti. Inoltre la Fiorentina ha tanti impegni, per cui sono sicuro che Andrea avrà le sue occasioni. Credo poi che la Fiorentina potrebbe anche essere l'ultimo step importante della sua carriera".

Chiaro che col senno di poi siamo tutti bravi a parlare, ma si può dire che la scelta della Roma sia stata sbagliata?

"Secondo me no. Considera che negli ultimi anni al Torino, anche a causa di diversi infortuni, non aveva fatto bene. Necessitava di ripartire in un nuovo ambiente. E durante il primo anno alla Roma non l’ho nemmeno visto molto in condizione, probabilmente si portava ancora dietro le scorie di quegli infortuni degli ultimi anni".  

Peccato, anche perché quest'anno aveva iniziato molto bene con quella doppietta alla Salernitana.

"Esatto, dopo pian piano si è spento. Condivido infatti la scelta di lasciare la Roma: per rendere bene Andrea deve sentirsi protagonista, in più ora giocherà in una grande squadra".

A proposito, si è vociferato a lungo che qualche estate fa Cairo avesse rifiutato una offerta monstre per Belotti dal Manchester United. Crede che tale fattore abbia condizionato la sua carriera?

"Sono dinamiche tra società. Chiaro che Andrea era nel momento più importante e positivo di tutto il suo percorso. I casi erano due: o andava in Inghilterra e provava a sfondare in una big europea, oppure restava al Torino fino alla fine della carriera diventando un fedelissimo".

Le ha mai confidato qualcosa a riguardo?

"Dico la verità: no. L’ultima volta che l’ho sentito era ancora al Torino. Me lo passò al telefono Antonio Comi ed era assieme a Baselli e Zaza, altri giocatori che ho allenato. Mi salutò e parlammo un pochino, ma non mi ha mai detto o confermato nulla di quella voce di mercato".

Andando sempre più a ritroso, ai tempi dell'Albinoleffe lei ebbe la grande intuizione di trasformare Belotti in attaccante. Da cose se ne accorse?

"Giocava ala, ma in allenamento vedevo che aveva un fiuto del gol da centravanti vero. Inoltre aveva una grande tenuta fisica perché più andava avanti la partita e più correva. Tecnicamente invece era piuttosto carente, infatti molto spesso dopo l’allenamento ci fermavamo assieme a lavorare proprio su quello, doveva migliorare. Ma Andrea, che viene da una famiglia brava e umile, era un ragazzo molto semplice, educato e volenteroso".

Un episodio di Belotti che tuttora ricorda?

"Indimenticabile la sua prima convocazione nell'Italia Under 20. Parlai con il CT Evani che aveva perso un attaccante per infortunio, così gli consigliai di provare Andrea. Lui mi ascoltò, ma noi intanto eravamo impegnati in una partita a Udine. Così al ritorno scese a Mestre per prendere il treno che lo portava a Coverciano, mentre si cambiava la tuta mettendo quella dell’Italia pianse per la felicità. Altro episodio in una partita di campionato, stavolta con la prima squadra dell'Albinoleffe, contro la FeralpiSalò: aveva già segnato ma sciupò ingenuamente l’occasione del raddoppio cercando per forza il tiro quando invece poteva servire un suo compagno libero. Poco dopo subimmo il gol dell'1-1 finale, io mi arrabbiai e lo sgridai parecchio".

Redazione

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