Un rammarico enorme per Michael Schumacher e la Mercedes (Sportitalia - ANSA)
Michael Schumacher torna a far parlare di sé con un annuncio che lo riguarda molto da vicino: un grande dolore che non può passare
Michael Schumacher è assiema ad Hamilton il più vincente della storia della Formula 1, con numeri davvero spaventosi. Nonostante da 10 anni sia costretto a vivere solo all’interno della sfera privata, nessuno ha dimenticato la sua grandezza sportiva, con un grande rammarico.
Il decimo anniversario dell’incidente sulle nevi di Meribel è stato un modo per tornare a parlare di lui. Michael Schumacher è ancora nel cuore di tutti gli appassionati di Formula 1 e sta proseguendo la sua quotidiana battaglia verso un recupero fisico sempre più improbabile. L’amore della sua famiglia è un appiglio incrollabile su cui fare affidamento e che gli consente di non mollare la presa. Purtroppo, come confessato da alcuni amici stretti, come Jean Todt, Schumi non è più lo stesso, non comunica e non può uscire dalla sua residenza.
Diventa estremamente difficile pensare ad un fuoriclasse di questa portata non più nel pieno del suo fulgore e soprattutto manca tantissimo la sua presenza all’interno del paddock. In Formula 1 il tedesco ha alzato le braccia al cielo per 91 volte, secondo solo ad Hamilton, con il quale coabita in cima alla classifica per i titoli ottenuti (7). Eppure proprio questi ultimi potevano essere di più, se solo l’sperienza in Mercedes fosse andata diversamente. Schumacher decise di tornare nel Circus nel 2010, dopo aver abbandonato la Ferrari nel 2006.
Il ritorno di Schumacher in Formula 1 non fu però fortunato come tutti speravano. La Mercedes di quel periodo (subentrata alla BrawnGP) era lontana parente di quella ammirata nell’era ibrida. Michael riuscì comunque a regalare qualche gemma, come una super pole position a Montecarlo, ma non fu mai competitivo per il titolo fino al 2012, anno del definitivo ritiro.
James Vowles, stratega della Mercedes di quegli anni, vede questo come un suo grande rimpianto. Parlando al podcast ‘High Performance’ ha dichiarato: “Michael era un leader e una cosa che rimpiango nella mia carriera è che non siamo riusciti a dargli una vittoria. Questo mi addolora ancora oggi, perché meritava di vincere“. Inoltre ha aggiunto: “Si interessava sempre a tutti, era molto attento ad ogni aspetto anche nei rapporti”. Insomma una persona straordinaria oltre che un campione meraviglioso in pista. Di certo l’ottavo titolo sarebbe stato la ciliegina sulla torta per una carriera che resta comunque sensazionale.
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