ESCLUSIVA SI Feussi: “Sono tuttora genoano. Sul Camerun…”

Una delle sfide più importanti degli ottavi di finale di questa edizione ivoriana della Coppa d'Africa è senza dubbio Nigeria-Camerun, in programma domani sera alle 21,00. È un match tra due big del calcio africano. 

A tal proposito, Sportitalia.com ha contattato telefonicamente Patrice Feussi, ex centrocampista nativo di Bafoussam, località a ovest del Camerun. Il suo percorso calcistico lo ha visto a lungo in Italia con Genoa, Salernitana, Pisa e Perugia. 

Che vittoria ha portato a casa l'altro giorno la squadra di Song? 

"Non a caso hanno definito il Camerun come un "distributore di emozioni": nessuno si aspettava questo risultato, ci credevano solo i giocatori". 

Quanto si è sentita l'assenza di Aboubakar in queste prime gare? 

"Purtroppo si è infortunato poco prima dell'inizio del torneo e Song ha fatto quello che ha potuto. Ma Magri un gol pesante comunque lo ha fatto. Dopo il ko contro il Senegal di Sadio Mane ci voleva questa vittoria. Adesso la squadra è maggiormente al completo". 

Tra meno di ventiquattro ore la grande sfida contro la Nigeria, paese peraltro confinante col Camerun. Com'è l'attesa? 

"Sarà un derby. Tra queste due nazioni ci furono tensioni e una piccola guerra civile legata al territorio di Bakassi, un'area diciamo comune. Ma anche per questo i nigeriani sono nostri fratelli. Per quanto riguarda le Super Eagles, dovremo fare chiaramente attenzione a Osimhen che è il loro vero campione. Il Camerun gioca soprattutto di sostanza, con la determinazione di quelli che non mollano niente. Di nomi veramente conosciuti abbiamo Anguissa e Onana". 

A proposito di Onana, sta facendo tanta tanta fatica al Manchester United. Cosa gli è successo? 

"Dai, è normale che quando cambi campionato ci voglia un periodo di adattamento. Inoltre, non mi sembra che al Manchester United sia lui il problema: è tutta la squadra che è completamente da rifare. Per me Onana rimane tra i primi tre-quattro portieri più forti del mondo". 

Oltre a lui, chi le piace in particolare di questo Camerun?

"Tolti quei due-tre giocatori, è una squadra abbastanza normale, nel senso che non ci sono chissà quali nomi. Apprezzo anche l'altro portiere Ondoa, che è un po' il portiere del popolo, poco estetico ma che dà la vita per la squadra. Anche il terzino Wooh è un ragazzo molto interessante. Senza dimenticare Anguissa, che però non può giocare da solo". 

Venendo a lei, come sta andando questo suo nuovo percorso da procuratore sportivo? 

"Piano piano sto cercando di fare la mia strada. Inutile dire che in questa mansione devi cercare di avere più conoscenze possibili: dai tuoi ex agenti ai direttori sportivi con cui hai avuto a che fare da giocatore". 

Dalle foto che vedo sui social, è molto attivo in Romania. 

"Al momento sì, ho smesso di giocatore proprio in Romania e quindi lì ho maggiori contatti. Ma vado spesso in Francia e in Africa a visionare giovani calciatori. L'obiettivo che ho è quello di estendere questi contatti e diventare un punto di riferimento per tutti, voglio che la gente creda in me. Ho l'ulteriore vantaggio di saper parlare diverse lingue". 

Prima di questa nuova strada m invece vanta un lungo percorso da mediano che lo ha visto tanti anni in Italia. 

"Al Genoa devo tutto. Oltre ad essere stata la prima squadra italiana in cui ho giocato, non dimenticherò mai la vicinanza e l'affetto di tutto il popolo rossoblu quando mi infortunai e rischiai di non poter giocare più. Da un punto di vista di legame non mi sono mai staccato dalla piazza. Sono ancora oggi genoano. Ricordo anche la bella cavalcata con il Pisa di Ventura quando sfiorammo la Serie A. Così come il periodo al Perugia fu molto bello. Mi sono molto affezionato all'Italia e sono fiero di aver preso la cittadinanza". 

Segue la Serie A? 

"Certo che sì. È un bellissimo campionato dove non c'è più una cosiddetta piccola. La differenza non la fa più il nome della squadra ma l'identità di gioco che dà il singolo allenatore. Per fare due esempi pratici, potrei dire il Genoa di Gilardino e il Monza di Palladino, mio compagno di squadra a Salerno. Mi piacciono molto le sue idee, e altresì ammiro la capacità che ha di imprimerle".

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