ESCLUSIVA SI Favola Guinea Equatoriale, l’ex ct: “Cambiai tutto dal 2015. Bomber Nsue era terzino…”

La Coppa d'Africa delle sorprese entra nella sua fase più entusiasmante ed affascinante. Lo stiamo sentendo ripetere da tanti fra critici ed opinionisti: ora inizia tutto un altro torneo. Sì, perché non si può più "scherzare", adesso, non ci sono ripescaggi o seconde possibilità: domani avranno il via le sfide da dentro o fuori, senza più prigionieri.

Fra le sorprese più luminose ed entusiasmanti di questa edizione c'è certamente la Guinea Equatoriale, che ha schiantato per 4 a 0 la Costa d'Avorio dopo aver rifilato altrettante reti alla Guinea Bissau ed aver fermato un altro gigante come la Nigeria sul pareggio, al match d'esordio. Nsue il capocannoniere che non t'aspetti: con i suoi 34 anni, Emilio si è tolto la soddisfazione di realizzare una tripletta nella seconda partita ed una doppietta alla squadra ospitante lunedì, arrivando a 5 reti in 3 apparizioni.

Ma da dove nasce l'entusiasmo e l'organizzazione della squadra magistralmente condotta da Juan Micha? In esclusiva per SPORTITALIA è intervenuto per raccontarcelo Esteban Becker Churukian, allenatore argentino che ha comandato la stessa squadra ad uno storico quarto posto nel 2015, avendo come secondo proprio lo stesso Micha. Becker è stato protagonista di un lungo lavoro nella federazione equatoguineiana, avendoci lavorato per ben 6 anni fra selezione femminile, giovanili e maschile.

La "sua" Guinea Equatoriale è una delle sorprese più grandi di questa Coppa d'Africa, non trova?

"Onestamente i risultati e le prestazioni della Nzalang Nacional (soprannome della Guinea Equatoriale, n.d.r.) saranno anche stati una sorpresa per molti, ma non lo sono stati di certo per quelli che come me conoscono bene i calciatori e l'allenatore Juan Micha. Provo una grande soddisfazione nel vederli così maturi ed in fiducia. Sia in questa competizione che in vista della qualificazione ai prossimi Mondiali del 2026".

Come giudica il percorso fatto fino a qui?

"Un pareggio promettente contro la Nigeria, una goleada con la Guinea Bissau con tripletta di Nsué ed il “Maracanazo” con una vittoria per 4-0 sulla squadra ospitante, la Costa d'Avorio".

Dove può arrivare questa squadra?

"Penso che questa selezione non abbia alcun limite. Lungi dall'avere “stelle”: lo spogliatoio è una famiglia e lì vi scorre il “sangue” rosso della squadra. Ciò cui stiamo assistendo non è una coincidenza, non è causalità. Dal 2015 è stato portato avanti un forte impegno a favore dei giovani e seguire questa strada ha portato i suoi frutti".

Parla della Coppa d'Africa in cui faceste un'impresa.

"Alcuni pensavano che noi in quella Coppa saremmo stati umiliati, invece siamo arrivati √¢‚Ǩ‚Äπ√¢‚Ǩ‚Äπin semifinale. Quarti: una vera impresa per il piccolo paese che è la Guinea Equatoriale. Nel Ranking FIFA siamo passati dal 118esimo posto al 49esimo, un grande traguardo".

Dice che non è casualità: ci parla del lavoro che faceste allora, per arrivare ai risultati di oggi?

"Questa generazione di calciatori lavora insieme da allora: è un culto della pazienza, del saper aspettare, cosa insolita nel mondo del calcio. Proprio in quella Coppa ero ct e Juan Micha il mio assistente. Si arrivava dalla precedente partecipazione all'edizione del 2012 ed ero stato campione con la selezione femminile. Pochi giorni prima dell'inizio della manifestazione sono stato nominato allenatore della squadra maschile. La mia prima prerogativa è stata quella di decidere che nella mia Nazionale avrei avuto solo calciatori equatoguineani, di sangue (in precedenza c'erano state polemiche perché la Nazionale era stata denunciata per aver giocato con calciatori provenienti da Camerun ed altre parti)".

Voleva creare un'identità forte e duratura?

"Sì, per quella edizione ho convocato tanti giovani equatoguineani che erano principalmente in forza in squadre spagnole. Valencia Mestalla (Akapo-Iván Edú), Maiorca B (Kike Boula), Real Madrid Castilla (Belima) e molti altri in Terza e Seconda Divisione (Ganet, Engonga, Embela, ed altri). E ancora, altri più pronti come Javier Balboa, Juvenal, Zarandona, Iván Bolado. Emilio Nsué l'ho scelto come capitano e schierato come centravanti: consideri che nella sua squadra giocava come terzino destro. A loro si sono uniti i calciatori della Lega locale, come il portiere Felipe Ovono, che si è distinto fra tutti".

Un lavoro a lungo termine, insomma.

"Sì, poi parallelamente al lavoro con la squadra maggiore, insieme al mio staff ed alla dirigenza della Federazione abbiamo lavorato con le Nazionali Under 20 (che hanno partecipato al COTIF) e con le Nazionali Under 17. È stato un compito difficile di talent scout con Campus a Madrid, Bata e nella capitale di Malabo. Il 90% dei calciatori che oggi sono in questa Coppa in Costa d'Avorio, sono stati scelti, fatti crescere e portati da noi. Oggi abbiamo avuto questo "premio" e questo riempie d'orgoglio tutti noi che abbiamo potuto lavorare in quegli anni".

Ci sono tante altre sorprese a livello sia di risultati che di gioco mostrato come, fra le altre, Capo Verde, Angola, Burkina Faso e Namibia: il calcio africano è cambiato?

"In un calcio globalizzato come quello che stiamo vivendo, c’è sempre più uguaglianza. È un fatto significativo che le grandi potenze africane con calciatori nei migliori club europei magari si distinguono ugualmente, ma vincono molto a fatica quando ce la fanno. E' difficile prevedere chi accederà ai quarti".

Ci provi.

"Sul lato sinistro del tabellone ci sono partite frizzanti: Nigeria-Camerun è una incognita. In Angola-Namibia vedo grande equilibrio. C'è un Capo Verde eccezionale, credo vincerà contro la Mauritania ed il Marocco farà lo stesso contro il Sudafrica".

E dall'altro lato del tabellone?

"Tanto equilibrio in Mali-Burkina Faso e penso che il Senegal dovrebbe farcela a battere i padroni di casa, che sono in un crisi. In Egitto-Congo opto per i faraoni, che sono quelli che hanno già trionfato 7 volte. E tra le due Guinea, passerà lo Nzalang".

Spingiamoci fino alle 4 semifinaliste…

"Se devo rischiare in semifinale vedo Nigeria-Marocco e Mali-Guinea Equatoriale (sarà difficile battere l'Egitto, ma che nessuno mi impedisca di sognare".

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