Incredibile il dato statistico che emerge dopo l’affermazione di Jannik Sinner ai danni di Andrey Rublev, nel quarto di finale di Melbourne.
Ci ha provato in tutti i modi, ma ha sbattuto contro un muro. Ha imprecato, gettato la racchetta, urlato, inveito: le solite scene viste e riviste anche quando il match volge a suo favore, figuriamoci quando va male.
Non ce l’ha fatta, Andrey Rublev, a reggere l’impatto contro uno straordinario Jannik Sinner, più forte tecnicamente ma soprattutto mentalmente. Basti pensare che nel corso del tie-break del secondo set, col russo avanti 5-1 nel punteggio, il nativo di San Candido ha inanellato la bellezza di 6 punti consecutivi, vincendo il parziale 7-6 e indirizzando di fatto il match a suo favore, dopo aver già incamerato il primo set.
Anche quando la battaglia si è spostata sul terreno di chi tirasse più forte, il primo ad andare fuori giri è stato il numero 5 del mondo. Uscito dal campo stremato, con la certezza di aver dato tutto – non difetta mai in generosità il 26enne moscovita – Rublev ha provato a spingersi oltre i suoi limiti, senza riuscirci. Per la decima volta in carriera il suo cammino si è fermato allo stesso punto, come rivelato da una curiosa ed incredibile statistica del portale OptaAce.
Tennista dal rendimento costante – in controtendenza con un carattere difficile, che resta forse il suo più grande limite – il russo raramente riesce nell’impresa di battere un tennista meglio posizionato di lui nel ranking mondiale. Anche perché, essendo lui già un Top 5, parliamo di avversari che rappresentano in ogni caso il Gotha del tennis moderno.
Questo limite, che poi è semplicemente una naturale conseguenza di una diversa dose di talento e di abitudine alle alte vette, trova la sua sublimazione in un incredibile e ricorrente dato statistico. Con la sconfitta patita per mano di Sinner a Melbourne, Rublev è infatti diventato il primo tennista uomo dell’era Open ciascuno dei 10 quarti di finale disputati nei tornei dello Slam.
In questa particolare e poco lusinghiera graduatoria, il russo è secondo solo a Manuela Maleeva, la tennista bulgara attiva tra gli anni ’80 e la prima metà degli anni ’90. È proprio il caso di dire, pur applaudendo l’innegabile costanza ad alti livelli, che quel salto verso i migliori 4 del mondo Rublev non riesce proprio a farlo. Forse non è un caso che il suo best ranking nel circuito continui ad essere quel quinto posto cristallizzato ormai da mesi e mesi.
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