Marco Motta ci risponde dall'Indonesia, da dove vive da ben 4 anni con la sua famiglia: l'ex Udinese, Roma e Juventus ha chiuso la carriera da calciatore al Persija Jakarta ed è rimasto innamorato di questo Paese.
Nel corso dell'intervista rilasciata a SPORTITALIA però, Motta ci ha parlato del fatto che nel cassetto la voglia di tornare in un'altra veste in futuro è rimasta, soprattutto ora che ha il patentino da allenatore.
Marco, il tuo presente parla Indonesiano, anche se ti sei portato avanti per la tua nuova veste nel calcio…
"Sì, la scorsa estate ho fatto il corso Uefa B, un'esperienza meravigliosa, intensa. Un'emozione rivedere tanti vecchi amici, ex compagni e ne ho conosciuti di nuovi. Un gruppo bellissimo. Mi ha dato la possibilità di diventare allenatore e mi porterò nel cuore questa avventura. Ora sto aiutando qui i giovani in Indonesia".
Dell'Indonesia cosa ti ha conquistato?
"Un Paese che mi ha fatto innamorare per certi versi. Da 4 anni vivo qui con la mia famiglia, mia moglie ed i miei bambini, stiamo facendo un'esperienza unica e quello che mi ha conquistato è il fatto che ci sia una popolazione straordinaria. Non lo considero neanche un Paese, ma un continente: parliamo di quasi 300 milioni di abitanti".
Numeri incredibili.
"Da un lato all'altro del Paese è come volare da New York a Londra. Poi ci sono i loro sorrisi, l'accoglienza, il loro aiutarti sempre con grande piacere, l'amore che sento dal primo giorno in cui ho messo piede qui. Non so quanto rimarremo qui perché il futuro è sempre difficile da prevedere, però ora come ora è difficile lasciare con leggerezza questo meraviglioso Paese. Certo è che l'Europa è l'Europa e talvolta ne sento il richiamo".
Per cosa?
"Soprattutto dal punto di vista calcistico. Vediamo".
Segui la Serie A, immagino?
"Sì, la Serie A la seguo sempre, assolutamente, con mio figlio che è un grande appassionato di calcio. Di recente, a dicembre, siamo stati di nuovo in Italia e siamo andati due volte allo stadio. Poi ci divertiamo a guardare insieme le partite anche qui, quando questo è possibile con i vari fusi orari".
Ti piace il campionato quest'anno?
"Molto, quest'anno vedo una lotta avvincente fra Juve ed Inter. Un campionato aperto che regala grande divertimento".
Allegri ha ricordato alla Juventus come si vincono tante partite?
"La Juve sta facendo decisamente bene e sì, sta vincendo tantissime partite. Nell'ultimo periodo sta facendo ottimi risultati pure: il 3 a 0 al Lecce è il sinonimo della buona scia in cui si trovano e dell'ottima condizione".
L'Inter potrebbe scendere in campo a Firenze da un momentaneo -4 dalla vetta. Influirà?
"L'Inter sta facendo molto bene anche con la vittoria della Supercoppa. Ha una partita da recuperare che però non è semplice. Sicuramente andare davanti come ha fatto ora la Juve dal punto di vista psicologico può incidere. Però fino ad un certo punto: quando si va in campo, ci si va per fare la propria partita e per portare a casa i tre punti, non si pensa troppo a queste cose, soprattutto quando non si ha lo stesso numero di partite. Sarà un vantaggio fino ad un certo punto".
Conte è l'allenatore che ti ha lasciato di più?
"Conte è un grande allenatore, un motivatore incredibile. Lo ha dimostrato, non dico nulla di nuovo. Mi ha insegnato grandi cose e credo abbia grandissima voglia di ripartire".
Da dove?
"Per quel che ho sentito penso che il Milan potrebbe essere una piazza giusta per lui, qualora i rossoneri si separassero da Pioli. Non so che succederà o se continuerà all'estero, ma quel che è certo è che rientrerà presto.
De Rossi alla Roma: è una sfida che doveva cogliere?
"Lele lo vedo molto bene. È a casa sua, la squadra che ama, la maglia che ha indossato per una vita. Gli auguro con il cuore, sia a lui che alla Roma, di fare bene. È una bellissima storia d'amore che fa sognare anche i tifosi che sono rimasti sotto choc da questo esonero di Mourinho, pure lui molto amato. Gli faccio un in bocca al lupo".