Cosa sarebbe accaduto se…? Una delle domande più ricorrenti nel mondo dello sport e, di conseguenza, pure nella Formula 1. Quel che è emerso su Hamilton è clamoroso!
Lo stupore generato da un retroscena che emerge all’improvviso scuote emotivamente tutti gli appassionati delle corse automobilistiche, svelando la profonda complessità dietro una particolare situazione. Esperienza che suscita meraviglia e riflessione, spingendo a scrutare le sfumature nascoste della realtà.
Il percorso sportivo di Lewis Hamilton nel panorama della Formula 1 ha raggiunto il suo apice al volante della Mercedes. Tra il 2014 e il 2021, egli ha trionfato in sei delle sue sette coronazioni mondiali, salvo il 2016, quando perse il duello interno con Nico Rosberg.
Eppure, la saga di questo formidabile e immarcescibile pilota britannico ebbe inizio con la McLaren, l’equipe che lo sostenne dal nascere del suo cammino automobilistico fino all’entrata trionfale in Formula 1 nel 2007. Già all’esordio, sfiorò l’ambito titolo mondiale, coronando poi il sogno nel 2008, in una finale epica a Brasile, tra sconfinate emozioni e il fragore dei motori.
Ciò a dimostrazione del fatto che sin da giovane Lewis Hamilton è stato legato alla McLaren. Ma un’ombra oscura si cela dietro questa affinità. Due anni prima del 2000, l’ex Team Principal Ron Dennis lo promosse nel programma di sviluppo giovani, segnando l’inizio di una relazione che sarebbe presto diventata tumultuosa.
Hamilton alla Williams: il retroscena
Pochi sono a conoscenza di una rottura avvenuta tra la famiglia Hamilton e la McLaren, un conflitto che temporaneamente compromise i legami tra le parti e spinse la giovane promessa inglese verso un altro team nazionale, la Williams, dove avrebbe avuto la possibilità di fare il suo debutto in Formula 1.
Il tutto si sviluppò verso fine 2004, quando il padre di Lewis insistette sulla promozione del figlio in GP2, andando contro il programma di Dennis. Quest’ultimo preferiva che il pilota rimanesse nella Formula 3 Euro Series dopo la sua stagione d’esordio.
L’animosità si spinse a livelli così intensi che l’immarcescibile Martin Whitmarsh, CEO della McLaren all’epoca, arrivò persino a stracciare il contratto di Hamilton. Questo gesto spinse la famiglia del pilota a cercare nuove opportunità con la Williams, segnando un capitolo controverso nella carriera del futuro campione del mondo.
Anni dopo, Patrick Head, co-fondatore della scuderia Williams, ha confermato l’approccio di Lewis Hamilton alla squadra di Grove. “Hanno chiamato e hanno chiesto se potevano venire a trovarci” ha raccontato Head come riportato da ‘racingnews365.com’. “All’epoca eravamo con la BMW, e penso che Frank Williams abbia chiamato Mario Theissen dicendogli che il ragazzo sembrava essere piuttosto bravo e che fosse venuto da noi chiedendo se possiamo aiutarlo”.
“A quel punto – conclude Patrick Head – credo che Mario abbia risposto che non eravamo nella posizione di poter finanziare economicamente le sue gare. Fu grande l’irritazione di Frank per non aver avuto Lewis in Williams”. L’episodio svelato da Head getta luce su una possibile svolta nella carriera di Hamilton e sulla dinamica sottostante le decisioni delle scuderie di Formula 1.