In casa Juventus il pensiero allo Scudetto si fa sempre più concreto e dopo Lecce si può toccare con mano. Se è vero che l’Inter, causa impegno di Supercoppa, ha una partita in meno, vedere la Vecchia Signora là davanti inizia a far sognare i tifosi bianconeri e preoccupare quelli dell’Inter. Se la Juve di fronte ai 51 punti in 20 giornate dei nerazzurri, risponde con 52 in 21, il duello è più vivo che mai. E persino Max Allegri si è sbottonato tra la conferenza stampa di vigilia e ieri, parlando di scontro diretto e percorso verso il massimo risultato.
L’Inter è concentrata sulla finale di Supercoppa che giocherà questa sera, ma quando ieri a Riyad ha letto la classifica, si è trovata giù dal trono. Quella provata dai nerazzurri non è deve essere stata bella sensazione. L’impressione è che l’Inter, favoritissima dai pronostici, con queste prime 20 gare da “Napoli 22/23” dovesse chiudere il discorso Scudetto. Invece non è così. Certamente ora Inzaghi e co. avvertono più che mai la pressione della Juventus. La squadra di Allegri sta mettendo alla prova le capacità di tenuta mentale dell’Inter. E lo farà anche la prossima settimana, perché guadagnandosi la testa temporanea e giocando 24 ore prima dei rivali, potrebbe arrivare al fischio di inizio della gara di Fiorentina-Inter, avanti 4 punti. E tra due gare c’è lo scontro diretto a San Siro.
Come se non bastasse, la Juventus si è imposta a Lecce con due assenze importanti. Una quella fondamentale di Adrien Rabiot, l’altra quella di Federico Chiesa. L’ex viola al momento è dietro Yildiz nelle gerarchie di Allegri, ma si tratta vadi un’opzione in meno il tecnico bianconero non ha potuto sfruttare nella serata del Via del Mare. Due handicap che han creato problemi alla Juve. Nella prima frazione la squadra torinese non riusciva a risalire il campo velocemente, come quando c’è Rabiot. E, forse, dopo lo 0-2, Allegri avrebbe preferito avere in campo uno come Chiesa per chiudere definitivamente la partita.
Se in molti ascrivono la crescita della Juventus offensivamente all’esplosione di Yildiz e alla forma di Vlahovic, guardano solo la punta dell’iceberg. La Vecchia Signora certamente non brilla per trame di gioco, ritmo e aggressività. Con il tempo però il lavoro di Allegri sta pagando. La squadra bianconera ha costruito una fase di non possesso davvero impenetrabile. I bianconeri non sono la miglior difesa del torneo. Ma con 12 reti subite in 21 gare, i numeri sono davvero impressionanti se si considera che 4 di questi sono arrivati solamente nella gara contro il Sassuolo (unica sconfitta della Juve in stagione).
Nelle ultime settimane, anche per il ritorno in forma di Vlahovic, e una buona connessione di Yildiz con la squadra, la Juve sa implementando anche una fase offensiva funzionante. Se prima i bianconeri si affidavano molto agli sviluppi da piazzato, ora segnano e tanto anche su azione. Segno che c’è un lavoro progressivo di costruzione di una doppia fase funzionante e che la squadra sta acquisendo fiducia di gara in gara: i 18 gol in 5 gare del 2024 ne sono la testimonianza. Ma non solo. la Juve è cresciuta anche dal punto di vista mentale e, alla fame di vittoria, ha aggiunto la capacità di leggere i momenti della gara. Una abilità a cui Allegri tiene molto. I bianconeri sembrano sapere quasi sempre cosa fare all’interno della gara. Colpiscono gli avversari sempre al momento giusto e la conferma arriva dalla blanda reazione che oppongono una volta andati in svantaggio.
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